Dylan Dog 366: Il giorno della famiglia, la recensione
Dylan Dog 366: Il giorno della famiglia è una storia originale che offre molte suggestioni e più chiavi di lettura
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'inconsueto team creativo riporta in scena una figura molta amata dai lettori: la medium Maria Trelkovski, che interpella Dylan a causa del fantasma di una ragazza che interrompe brutalmente ogni sua seduta spiritica.
Questi sono gli ingredienti principali de Il giorno della famiglia, che nasce come un thriller sovrannaturale - e ne mantiene i connotati - ma si sviluppa come un giallo avvincente e labirintico che si risolve, come da copione, solo nelle ultime pagine dell'albo.
Alla capacità narrativa dello scrittore milanese risponde la qualità del segno netto e concreto di Piccioni, messosi in mostra con la bella investigatrice di Giancarlo Berardi e decisamente a suo agio nelle dinamiche sequenziali di un crime. All'indiscutibile tecnica recitativa, l'artista unisce un'iconica e al contempo più che convincente interpretazione degli inquilini di Craven Road 7.
Nulla è lasciato al caso ne Il giorno della famiglia e solo inoltrandovi tra le sue pagine comprenderete quanto il sostantivo femminile che ne caratterizza il titolo offra più chiavi di lettura. Coglierete inoltre il significato dietro alla suggestiva copertina di Gigi Cavenago, ispirata a Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, uno degli album più famosi dei Beatles e della storia della musica.