Dylan Dog 365: Cronodramma, la recensione

Dylan Dog 365: Cronodramma è un divertissement spazio-temporale firmato da Carlo Ambrosini e Werther Dell'Edera

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dylan Dog 365: Cronodramma, anteprima 01Il 2017 di Dylan Dog si apre con il ritorno di una della sue firme più prestigiose: Carlo Ambrosini. Rispetto alla sua ultima apparizione sulla serie regolare - Lacrime di pietra, che lo vedeva come autore completo - qui è coadiuvato alle matite da uno degli artisti più amati e apprezzati della saga di Orfani, all'esordio sul mensile: Werther Dell'Edera.

Il senso intrinseco della storia è catturato ancora una volta con grande impatto visivo dalla copertina di Gigi Cavenago: è una vera esplosione cromatica di citazioni, dalla pittura alla musica, con al centro Dylan che omaggia uno dei fotogrammi più celebri del cinema comico muto.

Introdotta da una suggestiva prefazione di Roberto Recchioni, la vicenda lascia subito intuire dalle prime immagini qualcosa di spiccatamente sovrannaturale, anche se si tratta soltanto della citazione di un romanzo della nota scrittrice fantasy Aida Adams. È proprio lei a chiedere l'aiuto dell'Indagatore dell'Incubo, invitato dalla donna nella sua fastosa residenza di Stockton, situata fuori Londra e infestata dalla presenza di un fantasma. La realtà delle cose vede celato un terribile segreto connesso a un tragico evento del passato.

Non appena saliamo a bordo del maggiolone alla volta della dimora della facoltosa cliente, con un clamoroso stacco la sceneggiatura ci riporta nell'appartamento di Craven Road 7: l'Old Boy è ancora al suo interno, perseguitato da una terribile emicrania. A giudicare dalle prime battute e dai successivi dettagli dell'ambientazione, tuttavia, qualcosa non torna e lo stesso protagonista ne è conscio, apparendo confuso almeno quanto il lettore.

Ambrosini intesse con Cronodramma una doppia trama che si intreccia, si confonde nella complessità del tessuto spazio-temporale e trova al fine la sua elegante e divertente conclusione: una soluzione problematica, come nella miglior tradizione a cui ci ha abituato Tiziano Sclavi.

Dylan Dog 365: Cronodramma, anteprima 02Il finale evoca - è il caso di dirlo per le sue macchinazioni - due comprimari molto cari ad Ambrosini: il primo è stato introdotto nell'albo da lui interamente realizzato che ha battezzato il nuovo corso, Una nuova vita (Dylan Dog 325); il secondo, ben noto ai fan di lunga data, fu da lui stesso disegnato su testi di Sclavi in Inferni (Dylan Dog 46), e successivamente richiamato nel suo Il guardiano della memoria (Dylan Dog 108).

Il, o meglio, i Groucho di Ambrosini sono ancora una volta irresistibili, a conferma che l'autore resta una delle penne più ispirate e capaci nel muovere e caratterizzare l'assistente dell'Old Boy.

Il divertissement non sarebbe tale senza l'apporto fondamentale alle matite di Werther Dell'Edera, responsabile - grazie al suo stile così riconoscibile e differente da quello di Ambrosini - del contrasto che è parte del meccanismo alla base dell'intero episodio, sintetizzato magistralmente dalla tavola di pagina 83.

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