Dylan Dog 359: Sul fondo, la recensione
Abbiamo recensito per voi il numero 359 di Dylan Dog, scritto da Matteo Casali e disegnato da Marco Nizzoli
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il suo cliente, il giovane Heckleston - o come lo chiamano tutti Holden - soffre di un disturbo alquanto inconsueto: ipertimesia. Quella che potrebbe essere considerata una qualità eccezionale, ovvero la possibilità di ricordare ogni dettaglio del proprio passato, anche il più futile, può trasformarsi in una persecuzione. La situazione precipita e si trasforma in incubo quando il ragazzo comincia a rammentare fatti criminosi da lui non commessi e risalenti a molto tempo prima. Ci sono i presupposti perché Dylan si appassioni al caso - pur non coinvolgendo una bella donna questa volta - ma sarà molto più che turbato quando Holden dimostrerà di possedere frammenti anche della sua memoria.
Il disegnatore Marco Nizzoli è dal canto suo un veterano del nostro panorama e una presenza sul mensile (Dylan Dog 308: La dea madre) ben antecedente al rilancio di Roberto Recchioni. Il suo tratto coniuga al meglio la tradizione del personaggio con un linguaggio grafico moderno e attuale. Qui interpreta con personalità e freschezza la vicenda, imprimendole tutta l'enigmaticità, l'imprevedibile richiestogli dallo script del collega e conterraneo reggiano.