Dylan Dog 354: Miseria e crudeltà, la recensione
In Dylan Dog: Miseria e crudeltà Gigi Simeoni ed Emiliano Tanzillo ci accompagnano nei ghetti senza mura che caratterizzano le metropoli del mondo intero...
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il titolo dell'ultimo Dylan Dog, il numero 354 uscito pochi giorni fa, fa il verso a uno dei film più belli di Totò, Miseria e nobiltà, segnato da un'interpretazione superba del più grande comico italiano. I toni della vicenda in Miseria e crudeltà di Gigi Simeoni ed Emiliano Tanzillo, tuttavia, sono ben lontani da quelli divertenti e ironici della pellicola diretta da Mario Mattoli nel 1954.
L'Indagatore dell'Incubo si trova a investigare sul caso per l'amicizia che condivide con Billy, un clochard che conosce dai tempi in cui era poliziotto di quartiere. In compagnia di Groucho e con la consueta dose di scetticismo nei confronti del paranormale, il nostro Old Boy entra letteralmente nei panni di un barbone, per scoprire il mistero che si cela dietro gli omicidi, piuttosto artificiosi ed efferati, nei quali ogni vittima viene trovata in possesso di oggetti di grande valore. Con l'ispettore Carpenter lontano da Londra, la sua vice Rania non nega una mano al protagonista, verso cui nutre una certa innegabile simpatia.
L'autore bresciano, ormai un habitué dalle parti di Craven Road 7, intesse una buona storia e soprattutto un'ottima sceneggiatura, che perdono un po' di intensità ed efficacia nel modo in cui la soluzione viene offerta a Dylan e Rania. Ma siamo a una ventina di pagine dalla conclusione, che tra l'altro riserva ulteriori sviluppi molto intriganti e non solo in merito alla chiusura del caso.
Miseria e crudeltà è un fumetto che si segnala nel suo complesso di soddisfacente qualità e ancora una volta è l'occasione per far esordire sulla testata regolare un artista dal tratto personale e assai interessante: Emiliano Tanzillo. Il suo segno è ricco, potente, dettagliato, suggestivo. La padronanza del bianco e del nero, in tutte le loro flessioni, è totale, anche quella di soggetti complessi come quelli creati da Tiziano Sclavi, tra i quali spicca l'assistente del personaggio principale, mirabilmente interpretato dal disegnatore romano.