Dylan Dog 353: Il generale inquisitore, la recensione
Con il numero 353 della testata regolare, Il generale inquisitore, il 2016 di Dylan Dog si apre così come si era chiuso l'anno precedente: all'insegna della qualità
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il frutto del team creativo appena presentatovi è Il generale inquisitore, che si rifà al cult di Michael Reeves Witchfinder General (Il grande inquisitore, Gran Bretagna, 1968). La pellicola a sua volta si ispira allo spietato cacciatore di streghe Matthew Hopkins, personaggio realmente vissuto in Inghilterra durante la guerra civile del XVII secolo. Il lungometraggio tuttavia, non è solo lo spunto per la storia, ne diventa quasi un comprimario. Come in esso realtà e finzione si mescolano, lo stesso accade nelle tavole dell'albo. La sua visione in sala, il giorno di San Valentino, è la causa della lite tra il protagonista e la fidanzata di turno, che detesta il genere horror e accusa Dylan di egoismo. Rimasto come sempre solo, il Nostro si imbatte in uno degli attori principali del film, Ian Ogilvy, ne fa conoscenza dimostrandosi un suo fan e si appassiona al racconto su Reeves, morto forse suicida a soli 25 anni, pochi mesi dopo l'uscita de Il grande inquisitore.
Il grande inquisitore è un fumetto denso, duro, che contiene e offre un'infinità di spunti. È un omaggio originalissimo a Reeves, dove è magistrale la gestione della complessa rielaborazione fantastica e storica dei fatti, così come quella dei non pochi spazi concessi a uno straripante Groucho. Non si interpreta graficamente con facilità uno script del genere. Allora pari riconoscimenti vanno a Luca Casalanguida, che oltre a fornirci un iconico Dylan Dog, si muove liberamente con il suo stile su una varietà incredibile di situazioni e dettagli, dimostrando un controllo della tecnica esemplare. Il 2016 per la seconda collana di casa Bonelli, si apre così come si era chiuso l'anno precedente: all'insegna della qualità.