Dylan Dog 350: Lacrime di pietra, la recensione

Il continuum qualitativo su cui si è ormai stabilizzato il rilancio di Dylan Dog prosegue con il numero 350 tutto a colori intitolato Lacrime di pietra

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il continuum qualitativo su cui si è ormai stabilizzato il rilancio di Dylan Dog, prosegue a fine mese con questo albo in policromia, celebrativo per i 350 numeri, che abbiamo potuto apprezzare in anteprima per voi. È realizzato come autore completo da una delle firme più prestigiose di Sergio Bonelli Editore, Carlo Ambrosini, mentre i colori sono di Giovanna Niro, artista ben nota agli appassionati di Orfani.

Lacrime di pietra è un fumetto toccante, di desolazione, di sogni e amori miseramente infranti. Crispille è una bellissima ragazza portoghese cieca, che vive insieme al marito e alla suocera. Ha dovuto rinunciare a causa della sua malattia agli occhi, a una carriera folgorante di prima ballerina. Un futuro agiato e di successo le è stato negato per sempre, in cambio di un presente di mestizia a cui la ragazza sembra aver reagito mostrando in pubblico un'estrema dolcezza. Un aspetto che colpisce a sorpresa Bloch, che se ne innamora profondamente e suscita in lui un forte atteggiamento protettivo quando la donna viene misteriosamente a contatto con un noto malavitoso. Uno strano e inquietante legame tra Crispille e l'omonima santa del suo paese d'origine, aggiunge l'immancabile dose di sovrannaturale che coinvolge l'Indagatore dell'Incubo, preoccupato soprattuto dai problemi di cuore dell'ex ispettore.

Ambrosini sceneggia e disegna una vicenda molto intrigante che concilia orrore e tenerezza, poesia e crudeltà. Da veterano della serie e profondo conoscitore di tutti i comprimari, ci racconta un episodio che sarà difficile da dimenticare per tutti i fan del personaggio di Tiziano Sclavi. Ci regala un'interpretazione deliziosa del protagonista, di Bloch e del loro speciale rapporto di amicizia e si dimostra pienamente a suo agio con il personaggio ritenuto unanimemente il più difficile e complesso: Groucho.

La sensazione finale, arrivando in fondo al volume, è quella di una storia piacevolmente insolita, che spiazza il lettore e in cui l'elemento trascendentale si fonde e confonde con la realtà. La demarcazione tra i due mondi talvolta scompare, o meglio guizza sul filo logico della narrazione che è al contrario sempre limpida e intelligibile. Sono abilità riconosciute e peculiari del suo autore. Per chi lo segue da tempo ha già potuto apprezzarle in passato in varie occasioni; in questa avventura di Dylan si sentono in particolare gli stilemi e le atmosfere del ultima sua creatura per casa Bonelli, l'eccellente Jan Dix.

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