Dylan Dog 346: ...E cenere tornerai, la recensione
Dylan Dog 346 mette in discussione alcune certezze dell'Indagatore dell'Incubo, insinuando dubbi nel lettore che avranno conseguenze future...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Tutte queste novità mi lasciano perplesso... non c'è mai niente di buono nelle cose nuove!
La crisi qualitativa e di vendite degli ultimi anni aveva portato Dylan Dog a chiedere l'elemosina tra i mostri, immagine metaforica perfettamente rappresentata nella suggestiva copertina di Angelo Stano. Per sopravvivere Dylan dovrà affrontare sé stesso, in una sfida tra tradizione e rinnovamento che rispecchia la sua situazione editoriale, libera però da eccessivi elementi autoreferenziali.
Dylan comincia a farsi domande sulla sua real identità e sul mondo circostante, che cambia in modo troppo veloce per lui; riuscirà ad adattarsi, nonostante sia abituato da ormai troppo tempo a crogiolarsi in un contesto statico nel quale è a suo agio?
Paola Barbato firma il numero più disturbante degli ultimi mesi, in grado di sfruttare il passato recente del personaggio con un occhio rivolto al futuro, per intraprendere un sentiero che fa presagire scenari inquietanti. Raul e Gianluca Cestaro riescono a rendere ancora più psichedelico questo viaggio, con tavole cupe da cui traspare il baratro in cui precipita il protagonista.
Forse definire questo albo come "l'ultimo della Fase 2" è stata una mossa promozionale esagerata; ...E Cenere Tornerai si presenta semplicemente come una bella storia, in grado di inserire un altro grande cambiamento nel nuovo corso della testata iniziato soltanto qualche mese fa. Perché un'evoluzione si può raggiungere anche senza introdurre nuovi personaggi o modificando lo status quo del protagonista, ma semplicemente insinuando un dubbio nella mente del lettore, in grado di mettere in discussione una delle fondamenta su cui si basa la serie.