Dylan Dog 344: Il Sapore dell'Acqua, la recensione

Dylan Dog è chiamato ad indagare su tre strani incidenti, che in qualche modo sembrano avere un legame con l'acqua...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Una giovane nuotatrice si tuffa in piscina e dopo essersi immersa in acqua di lei non c'è più alcuna traccia, scomparsa nel nulla.
Una ragazza in un bar affollato bacia la sua compagna e improvvisamente muore, apparentemente per avvelenamento da acido.
L'impiegato di una lavanderia viene travolto dal flusso d'acqua che fuoriesce da una lavatrice e il suo corpo si ricopre di gravi ustioni.
Tre casi che apparentemente sembrano non aver nulla a che fare l'uno con l'altro, e che potrebbero effettivamente appartenere a diverse sottotrame. Ma Dylan Dog viene chiamato a indagare sui tre incidenti, una coincidenza che accompagna lo spettatore fino alla non troppo sorprendente rivelazione di un effettivo collegamento tra le diverse situazioni.
Al centro di tutto un misterioso pendaglio, al cui interno è nascosto un minuscolo cristallo di zolfo; tutto sembra portare verso una traccia satanista, ma grazie all'esperto di alchimia Hamlin l'indagatore dell'incubo riuscirà a indirizzarsi verso la risoluzione del mistero.

È triste constatare come la copertina di Angelo Stano sia l'elemento migliore di questo albo, grazie a un'immagine forte che suggerisce le tematiche della trama attraverso una metafora visiva d'impatto che incuriosisce il lettore.
Purtroppo i disegni di Giorgio Pontrelli non ci mostrano personaggi che spiccano per espressività, mentre la sceneggiatura di Gigi Simeoni ha come principale difetto quello di apparire forzata in troppi passaggi: l'accostamento di più incidenti inusuali sembra un'espediente per sommarli così da compensare l'assenza di una situazione veramente accattivante, mentre il modo in cui si conclude l'indagine appare dettato dalla mano dell'autore in vista del finale, piuttosto che una naturale conseguenza degli eventi e delle scelte prese dai personaggi.
Il Sapore dell'Acqua purtroppo è una storia che rende giustizia al suo titolo: è trasparente, insapore, inodore.
Non spicca né per determinati pregi, ma non è nemmeno afflitta da troppi difetti; è un episodio mediocre che si dimentica fin troppo in fretta dopo la lettura. L'unico motivo di interesse che riporta questo numero sul selciato della Fase 2 voluta da Roberto Recchioni, a parte una rapida citazione di Martin Mystére (ammiccamento che ricorda le strizzate d'occhio fatte da Stan Lee ai suoi lettori nelle prime storie Marvel per trasmettere la sensazione di un universo coeso), è il rapporto tra Dylan Dog e l'agente Rakim, la detective musulmana introdotta in Anarchia nel Regno Unito: tra i due si sta instaurando un legame differente da quello che c'era con Bloch, fatto di battibecchi e una lenta evoluzione che assomiglia sempre di più a quella presente nei telefilm procedurali, con il caso della settimana comprensibile anche visto in autonomia, ma una sottile continuity orizzontale che lega una storia alle precedenti.

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