Dylan Dog 342: Il cuore degli uomini, la recensione
In Dylan Dog 342: Il cuore degli uomini, Recchioni affronta uno degli aspetti cruciale della creatura di Tiziano Sclavi, il rapporto tormentato con le donne
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Mai più, ispettore Bloch, Benvenuti a Wickedford e Al servizio del Caos sono stati fondamentali per il nuovo corso di Dylan Dog. Parliamo di titoli chiave da un punto di vista evolutivo della continuity che hanno giustamente catalizzato tutte le attenzioni. Non vorremmo però che passasse in sordina questo numero 342: Il cuore degli uomini. Roberto Recchioni affronta, come sapete, un aspetto cruciale della creatura di Tiziano Sclavi, il rapporto tormentato con le donne, verso le quali non ha difese contro il loro fascino. I colpi di fulmine sono ricorrenti, sistematici, così come le cocenti delusioni. Lo scrittore romano scava nell'idiosincrasia dell'Indagatore dell'Incubo nei confronti di un rapporto stabile e lo fa nel modo più doloroso, sia da un punto di vista fisico che spirituale.
Non aspettatevi tuttavia un trattato d'amore. Il cuore degli uomini è un racconto allucinante in cui abbiamo il ritorno di una sana dose di splatter a lungo reclamata e uno straordinario Groucho. La densità qualitativa di questo episodio è parimenti equilibrata sul piano narrativo e grafico. A un soggetto e a una sceneggiatura esemplari, si affianca la miglior performance di un veterano della collana, Piero Dall'Agnol. Il talento autodidatta di Belluno ha attraversato un percorso di maturazione artistica strabiliante, basti sfogliarne l'esordio, Dylan Dog 34: Il Buio scritto da Claudio Chiaverotti fino all'ultimo precedente lavoro, Dylan Dog 326: Sulla Pelle, di Bruno Enna. Il tratto si è affinato in un risultato particolarmente graffiante, asciutto ed essenziale. Le pagine dedicate al sogno o ai flashback sembrano quasi schizzi preparatori, tavole incomplete, realizzate con le tecniche più diverse: matite, chine, carboncini. Tutto è tremendamente efficace e suggestivo.