Dylan Dog 341: Al servizio del Caos, la recensione

Al Servizio del Caos piazza l'ultimo dei tre grandi tasselli dello scenario in cui si muoverà d'ora in poi Dylan Dog: John Ghost, la nuova nemesi

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Ancora Dylan Dog?, direte voi. Ebbene, si poteva ignorare questo numero 341, che dopo il pensionamento di Bloch e l'arrivo del nuovo ispettore Carpenter, piazza l'ultimo dei tre grandi tasselli che vanno a comporre lo scenario in cui si muoverà d'ora in poi l'Indagatore dell'Incubo?

Al servizio del Caos introduce il cattivo della serie, John Ghost, che raccoglie il pesante testimone di Xabaras come antitesi dell'Old Boy. La Bonelli ce ne ha dato un assaggio nel numero 0 proposto in omaggio all'ultima fiera di Lucca, allegato alle tre copertine variant di Adam Wild 1, Orfani: Ringo 1 e Dylan Dog 337. È il perfetto opposto di Dylan, miliardario, sofisticato, senza cuore. Il demiurgo del rinnovamento, Roberto Recchioni, insieme all'inossidabile copertinista Angelo Stano e al veterano Daniele Bigliardo, lo presentano ufficialmente al grande pubblico in questo albo, che abbiamo avuto il piacere di leggere in anteprima (uscirà in edicola il 29 gennaio).

John Ghost è un uomo che si è fatto dal nulla; da un'adolescenza di dolore e povertà è stato in grado di costruire un impero, una multinazionale attenta a tutte le novità più sofisticate o emergenti del mercato: bionica, energie riciclabili, ricerca spaziale, agricolture biologiche, intrattenimento digitale ed elettronico. Proprio il lancio dell'ultimo modello di smartphone superaccessoriato della Ghost Enterprise è al centro della vicenda, in quanto causa di omicidi inspiegabili, tanto da richiedere l'intervento del protagonista che si troverà a lavorare per il suo futuro nemico mortale, senza saperlo.

Se Paola Barbato è tra gli autori della serie quella più in sintonia con il personaggio principale, Roberto Recchioni lo è senza dubbio con il modo di raccontare di Tiziano Sclavi, e non lo scopriamo certo noi. Questa è la prima vera storia che incarna appieno il cambiamento e che allo stesso tempo rispetta il glorioso passato. C'è la morta figlia della follia, ci sono le contraddizioni e le patologie della società moderna, come la dipendenza dai prodotti della tecnologia alla quale deve piegarsi anche Dylan, suo malgrado. Ci sono omaggi a due star inglesi, il cuoco più noto del globo, Gordon Ramsey e il suo compatriota di pari fama nel mondo dei fumetti, Alan Moore e c'è la musica di nicchia, quella degli Slayer.

La sceneggiatura è intessuta con la solita maestria dallo scrittore romano, ogni singola vignetta ha un suo perché, accentuato dal mestiere di Bigliardo e Stano che lavorano perfettamente in coppia. Groucho è utilizzato con misurata ma irresistibile parsimonia, mentre tra le new entry del rilancio emerge prepotente Elisabeth Moon, l'assistente di Ghost che invade fisicamente e caratterialmente la scena e si attesta subito come una figura molto ben definita e convincente, mentre il suo capo è ancora un oggetto misterioso giustamente, da indagare, approfondire.

Questo episodio segna per sempre il distacco dalla vecchia gestione proiettando la creatura di Sclavi nel suo secondo ciclo di vita editoriale e introducendovi stabilmente un nuovo elemento horror, il caos, il disordine fino a se stesso, una delle paure più terrificanti della nostra quotidianità. Nei comics americani è impersonato forse dal villain più riuscito di tutti i tempi: Joker. Per ora Ghost, prendendo in prestito il DC Universe, si è mostrato ai lettori più come un Lex Luthor. La sua ferocia è nascosta da un'apparenza di perbenismo e credibilità, ma verso le ultime pagine la tenebra ha fatto capolino. Dylan Dog 2.0 è online.

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