Due single a nozze

John e Jeremy sono due amici con una passione: imbucarsi ai matrimoni e rimorchiare le invitate single. Ma quando si troveranno di fronte alle nozze più prestigiose dell’anno, qualcosa cambierà…

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Era da tempo che non si vedeva una commedia così divertente e ben fatta. Un film in cui non si esagera, dove gli attori non gigioneggiano facendo leva solo sul loro talento, ma che racchiude le numerose (e spassose) gag in una trama ben strutturata.
E con un regista (David Dobkin), con un ottimo senso del ritmo, in grado di lasciare un segno anche in un prodotto che, normalmente, è affidato quasi esclusivamente agli interpreti. Che, peraltro, sono in ottima forma. Se Owen Wilson come faccia d’angelo (ma anche lui ha i suoi scheletrucci nell’armadio) è perfettamente in parte, Vince Vaughn è in stato di grazia, nel ruolo del più duro (apparentemente) dei due maniaci delle nozze (altrui).

Peraltro, sotto la patina di satira spensierata, non mancano le riflessioni interessanti sull’istituzione del matrimonio, spesso mascherate con le scommesse e le regole di comportamento per gli imbucati.
Molto più sorprendente, invece, lo strepitoso modo in cui viene rappresentata la prestigiosa famiglia Cleary, una delle più importanti d’America, ma che in realtà nasconde un’infinità di segreti e bugie. In particolare, la matrona (forse centenaria) e il figlio disadattato sono l’emblema di una vera famiglia problematica, con chiari riferimenti alle vicende politiche contemporanee (in particolare, i Bush e i Cheney).
Quando poi li vediamo tutti riuniti a cena, in alcuni dei momenti più esilaranti della pellicola, ci si rende conto di quello che avrebbero potuto essere Ti presento i miei e il suo sequel.

Non mancano le scene culto, come un incredibile dialogo con un prete (Henry Gibson, perfetto per un ruolo del genere) e i momenti con la guest star Will Ferrell.
Inoltre, vengono mostrate incredibilmente anche delle nudità femminili, come avveniva nei film degli anni ottanta, senza avere paura della censura. A parte l’indiscutibile piacere per lo spettatore maschile, il tutto dà un tocco di realismo e anche di maggiore crudezza, necessaria soprattutto all’inizio.

Per carità, non tutto è perfetto. Lo sviluppo della storia, anche se ben orchestrato, è tutt’altro che sorprendente. E poi, ci si aspetterebbe molto di più da Christopher Walken, che non sembra credere troppo al progetto, mentre le occasioni di emergere per lui non sarebbero mancate assolutamente.
Tuttavia, quando un film ti diverte per due ore e cita anche con grazia Butch Cassidy, ci si può ritenere pienamente soddisfatti…

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