Due Fratelli, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Due Fratelli, la saga familiare di Fabio Moon e Gabriel Bà edita da BAO Publishing

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Abbiamo letto Due Fratelli, uscito per BAO Publishing da pochi giorni, immediatamente dopo Lucca Comics & Games 2015. Da allora, abbiamo atteso con una certa urgenza la sua uscita ufficiale per parlarvi compiutamente di questa importante opera dei fratelli Gabriel Bà e Fabio Moon, le due superstar del fumetto brasiliano. Un po' perché l'intervista che ci hanno gentilmente rilasciato a novembre ci è piaciuta moltissimo e i due ci hanno aperto non pochi punti di vista sulla loro storia che non avevamo considerato in sede di lettura, un po' perché Due Fratelli è una lettura importante, che si candida ad essere uno dei pezzi di bravura dell'anno in corso. Non un'opera perfetta, ma una grande prova dei due artisti. Cercheremo di spiegare quest'affermazione apparentemente contraddittoria.

Esiste un romanzo, omonimo della graphic novel che ci auguriamo avrete presto tutti fra le mani, scritto da un autore brasiliano di nome Milton Hatoum. In Brasile è considerato uno dei grandi narratori degli ultimi decenni. Il suo Two Brothers racconta la storia di due gemelli, figli di una coppia di immigrati libanesi, una minoranza piuttosto importante nella Manaus della prima metà del secolo scorso. Una famiglia benestante, quella dei protagonisti, destinati a godere di tutti gli agi di una terra difficile, ma non priva di opportunità per un bravo commerciante come loro padre. Un padre orgoglioso, non sempre affettuoso, ma presente, innamoratissimo di una madre appassionata, bellissima, forse troppo viziata, non immune dai difetti di tutte le madri e, come ognuna, capace di influenzare per sempre, nel bene o nel male, il carattere dei propri figli.

Gemelli, eppure diversissimi. Non solo e non tanto le due proverbiali facce della stessa medaglia, ma veri e propri avversari, in tutto. Per l'affetto del primo amore, per quello dei genitori, per la voglia di affermare se stessi in modo antitetico l'uno rispetto all'altro. Tanto diversi e tanto in contrasto da convincere papà a separarli in maniera drastica, in età adolescenziale. Yaqub, studioso, apparentemente posato, di successo e più riservato, viene inviato in Libano, per studiare nella terra d'origine della sua famiglia; Omar, nato per secondo, rimane invece tra i vizi della madre, ormai unico maschio della famiglia e quasi dimentico dell'esistenza del fratello, a rammollire il proprio carattere tra le lusinghe di una città gaudente e decadente come Manaus sa essere.

Il ritorno di Yaqub dà il via alla vera e propria vicenda dei due protagonisti. La distanza non ha appianato i contrasti in alcun modo. Al contrario, semmai, li ha inaspriti. Yaqub è ora un intellettuale, un architetto, un uomo con una vita appagata, del tutto affrancato dalla sua famiglia, indipendente, con un progetto di vita, delle ambizioni, degli obiettivi. Un adulto e un uomo fatto, insomma. Omar è invece ancora un ragazzo, in balia di sé e del proprio passato, consapevole di non aver combinato molto nella vita eppure privo delle forze per affrontere le proprie mancanze. Il tutto viene raccontato con gli occhi di un giovane osservatore, il figlio bastardo dell'ospite di casa, di una ragazzina adottata dalla famiglia. Un punto di vista interno alla grande villa e al quadro famigliare da romanzo dell'Ottocento al centro della vicenda, ma ai margini, alla periferia dei rapporti tra i fratelli e i genitori. Una prospettiva privilegiata che ci consente di scavare nei segreti e nelle dinamiche di risentimento, amore, invidia e orgoglio che Due Fratelli mette in scena.

Una scena immersa nel bianco e nero dei contrasti visivi, senza mezzi termini, senza compromessi. Una scelta cromatica molto consapevole e sfruttata sino in fondo, con un'efficacia magistrale. Davvero, come ci hanno spiegato in sede di intervista, Bà e Moon sono stati in grado di annegare nella luce e nell'oscurità, a seconda di quel che le situazioni narrative permettevano o esigevano, i personaggi della vicenda. Un uso semiotico del bianco e nero intelligentissimo, in una storia che affronta un tema sentitissimo dai due gemelli fumettisti: la differenza radicale che si manifesta in due persone che, nel sentimento comune e popolare, dovrebbero essere inseparabili, legati a doppio filo, somiglianti al punto da non potersi distinguere l'uno dall'altro. Quasi un'unica persona in due corpi.

Ma Yaqub e Omar sono due persone molto, molto diverse. Due opposti speculari. Il che non deve ingannare. Come insegna il Tao, non esiste luce che non contenga almeno un seme dell'ombra, non c'è yang che non accolga in sé un accenno di yin. E Due Fratelli non è una storia di assoluti. Non potrebbe nemmeno volendo, con il suo approccio fortemente realistico alla materia, segnato da grande vivezza emotiva, da un tratto molto espressivo, da una narrazione sempre partecipativa, grazie alla focalizzazione con il punto di vista di un narratore interno, progressivamente sempre più coinvolto dai fatti raccontati.

Dicevamo delle imperfezioni di questa notevolissima graphic novel. Almeno una va segnalata. Dalla metà in poi, la trama si fa piuttosto confusa, per un tratto. The Brothers non è un romanzo colossale, con le sue 250 pagine circa. Tuttavia, le 232 di Due Fratelli sono necessariamente una selezione della materia, come quasi sempre deve avvenire nella traslazione dalla prosa al fumetto. Alcuni particolari, una parte della chiarezza degli eventi, una dose del ritmo di lettura va persa in una fase breve ma sensibile del volume, fastidiosamente prossima al suo finale e al climax emotivo e narrativo degli eventi. Che sia frutto di un difetto nella sceneggiatura di Bà e Moon o figlio del materiale romanzesco da cui essa è tratta, il calo c'è e si fa sentire. Peccato. Perché Due Fratelli è la conferma di quanto i due gemelli brasiliani siano ingegnosi e talentuosi, artisti versatili in grado di essere convincenti e a proprio agio nelle situazioni più disparate, e una graphic novel che impressiona lo sguardo e non lascia indifferente la sensibilità personale del lettore. Certamente uno dei fumetti più belli di questo inizio di 2016

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