Due Fratelli, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi Due Fratelli, la saga familiare di Fabio Moon e Gabriel Bà edita da BAO Publishing
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Esiste un romanzo, omonimo della graphic novel che ci auguriamo avrete presto tutti fra le mani, scritto da un autore brasiliano di nome Milton Hatoum. In Brasile è considerato uno dei grandi narratori degli ultimi decenni. Il suo Two Brothers racconta la storia di due gemelli, figli di una coppia di immigrati libanesi, una minoranza piuttosto importante nella Manaus della prima metà del secolo scorso. Una famiglia benestante, quella dei protagonisti, destinati a godere di tutti gli agi di una terra difficile, ma non priva di opportunità per un bravo commerciante come loro padre. Un padre orgoglioso, non sempre affettuoso, ma presente, innamoratissimo di una madre appassionata, bellissima, forse troppo viziata, non immune dai difetti di tutte le madri e, come ognuna, capace di influenzare per sempre, nel bene o nel male, il carattere dei propri figli.
Il ritorno di Yaqub dà il via alla vera e propria vicenda dei due protagonisti. La distanza non ha appianato i contrasti in alcun modo. Al contrario, semmai, li ha inaspriti. Yaqub è ora un intellettuale, un architetto, un uomo con una vita appagata, del tutto affrancato dalla sua famiglia, indipendente, con un progetto di vita, delle ambizioni, degli obiettivi. Un adulto e un uomo fatto, insomma. Omar è invece ancora un ragazzo, in balia di sé e del proprio passato, consapevole di non aver combinato molto nella vita eppure privo delle forze per affrontere le proprie mancanze. Il tutto viene raccontato con gli occhi di un giovane osservatore, il figlio bastardo dell'ospite di casa, di una ragazzina adottata dalla famiglia. Un punto di vista interno alla grande villa e al quadro famigliare da romanzo dell'Ottocento al centro della vicenda, ma ai margini, alla periferia dei rapporti tra i fratelli e i genitori. Una prospettiva privilegiata che ci consente di scavare nei segreti e nelle dinamiche di risentimento, amore, invidia e orgoglio che Due Fratelli mette in scena.
Ma Yaqub e Omar sono due persone molto, molto diverse. Due opposti speculari. Il che non deve ingannare. Come insegna il Tao, non esiste luce che non contenga almeno un seme dell'ombra, non c'è yang che non accolga in sé un accenno di yin. E Due Fratelli non è una storia di assoluti. Non potrebbe nemmeno volendo, con il suo approccio fortemente realistico alla materia, segnato da grande vivezza emotiva, da un tratto molto espressivo, da una narrazione sempre partecipativa, grazie alla focalizzazione con il punto di vista di un narratore interno, progressivamente sempre più coinvolto dai fatti raccontati.
Dicevamo delle imperfezioni di questa notevolissima graphic novel. Almeno una va segnalata. Dalla metà in poi, la trama si fa piuttosto confusa, per un tratto. The Brothers non è un romanzo colossale, con le sue 250 pagine circa. Tuttavia, le 232 di Due Fratelli sono necessariamente una selezione della materia, come quasi sempre deve avvenire nella traslazione dalla prosa al fumetto. Alcuni particolari, una parte della chiarezza degli eventi, una dose del ritmo di lettura va persa in una fase breve ma sensibile del volume, fastidiosamente prossima al suo finale e al climax emotivo e narrativo degli eventi. Che sia frutto di un difetto nella sceneggiatura di Bà e Moon o figlio del materiale romanzesco da cui essa è tratta, il calo c'è e si fa sentire. Peccato. Perché Due Fratelli è la conferma di quanto i due gemelli brasiliani siano ingegnosi e talentuosi, artisti versatili in grado di essere convincenti e a proprio agio nelle situazioni più disparate, e una graphic novel che impressiona lo sguardo e non lascia indifferente la sensibilità personale del lettore. Certamente uno dei fumetti più belli di questo inizio di 2016