Due agenti molto speciali 2, la recensione

Dopo dieci anni dal primo, Due agenti molto speciali 2, su Netflix guarda molto più all'America che alla Francia

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Due agenti molto speciali 2, in uscita su Netflix dal 6 maggio

Sono passati 9 anni dal primo Due agenti molto speciali, quando Laurent Lafitte e Omar Sy, il primo un poliziotto molto borghese di centro città e il secondo un poliziotto spiccio e popolano di periferia, dovevano collaborare per un caso importante. Adesso i due sono stati promossi, chi più e chi meno, e invece di lavorare sulle differenze tra centro e periferia, lavorano su quelle tra capitale e provincia, spediti da Parigi in un paesino marginale pieno di esponenti della destra intollerante, indagano su un omicidio e scoprono una cospirazione. Il tutto con la doverosa ironia del borghese rigido che si confronta con il popolano più spiccio e dritto al punto, ma anche con una rinnovata enfasi sull’azione in virtù della presenza di Louis Leterrier alla regia.

Netflix ha speso. Il primo film andava al cinema ed era sostanzialmente più una commedia che un poliziesco, una con la raffinata idea di giocare su modelli del cinema (Omar Sy aveva il mito di Beverly Hills Cop, Laurent Lafitte quello più nazionale di Joss il professionista), ora quasi dieci anni dopo il brand viene ritirato fuori e ampliato in stile hollywoodiano, raddoppiando tutto quello che aveva funzionato, ampliando il budget e allargando la dimensione narrativa (da cittadina a nazionale). Leterrier è il regista principale di Lupin del resto, la serie tv con Omar Sy dal successo planetario e questo film sostanzialmente prolunga quella collaborazione con sempre maggiore centralità di Omar Sy rispetto a Lafitte.

Anche uno sceneggiatore con esperienze hollywoodiane cambierà tutto, abbandonando l’ironia più sofisticata per un umorismo molto grossolano e pretestuoso.

Ma non è solo quello. Due agenti molto speciali 2 cambia proprio genere, non è più una commedia in abito da poliziesco ma cerca di essere un reale poliziesco con reale trama intricata e soprattutto moltissima azione diretta (più o meno) bene. O almeno in linea con quel che può fare Louis Leterrier, regista di film Marvel e blockbuster medi americani, che cerca di trasformare quel format molto basilare di strana coppia, in un medio blockbuster all’americana ambientato in Francia. Non sempre riesce anche se va ammesso che quando nel finale comincia ad infilare uno dopo l’altro diverse scene con veri stuntmen e poco digitale (che invece nel resto del film regna uccidendo il senso dell’azione), è altamente godibile.

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