Drive, la recensione
Abbiamo recensito per voi la trasposizione a fumetti del romanzo Drive di James Sallis, pubblicato da Edizioni BD
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La vita del nostro protagonista si divide tra il lavoro diurno come stuntman cinematografico e quello notturno come autista al servizio della criminalità locale: un'esistenza solitaria e attenta a non lasciare tracce che possano incriminarlo, a non intraprendere operazioni troppo pericolose. Due avvenimenti, però, giungono a stravolgere la ciclicità di certi gesti: un nuovo colpo da mettere a segno insieme a una squadra composta da altre tre persone - Cook, Standard e Blanche - e l'incontro casuale con Irina (moglie di Standard) e suo figlio Benicio, i nuovi vicini di casa. L'impatto con questi due eventi rompe un equilibrio costruito con tanta fatica e mette a dura prova le capacità del protagonista, conducendolo su strade davvero pericolose.
A questa grande capacità di approfondimento si aggiunge un'ottima propensione alla narrazione che fa nascere la giusta tensione emozionale lungo le oltre cento pagine che compongono questo volume, una storia, che, sebbene sia già stata adattata in altri media, mantiene intatto il suo fascino: gli inseguimenti tengono con il fiato sospeso, i misteri hanno grande magnetismo e viene spontaneo empatizzare con i personaggi, capaci di conquistare dopo una manciata di sequenze.
La componente grafica di questo volume è affidata ad Antonio Fuso, autore italiano già al lavoro negli States su altre iniziative targate IDW Publishing (G.I. Joe). Lo stile dell'artista nostrano si avvicina molto a quello di Sean Phillips e alla sua straordinaria performance sui fumetti noir creati insieme a Ed Brubaker: un tratto spigoloso, espressivo, che riesce a rendere credibile una storia dai toni ora densi di thrilling, ora oscuri, ora intimisti.
Come Benedetto in precedenza, anche Fuso elimina tutte le superfetazioni introdotte da Refn nella sua pellicola e cristallizza su carta le caratteristiche originarie della storia, trascurando l'estetica del film. Ecco, allora, che il protagonista non è più il belloccio Gosling, ma una figura più tarchiata e rude, decisamente meno accattivante, eppure perfettamente funzionale al ruolo che deve interpretare; lo stesso discorso può essere esteso anche a tutto il cast di comprimari che esaspera il concetto di realismo precedentemente esposto. Fuso ha compiuto anche un ottimo lavoro nelle scene d'azione - in particolare negli inseguimenti su quattro ruote - riuscendo a trasmettere adrenalina e dinamismo in ogni vignetta.
Drive è un fumetto di indubbio valore che non si lascia intimorire dal successo delle precedenti trasposizioni e, anzi, con piglio deciso riesce a rinverdire un bel romanzo noir e a trasformarlo in una miniserie in grado di conquistarvi dalla prima all'ultima pagina. Mettetevi comodi, allacciate la cintura di sicurezza e state tranquilli. Al resto ci pensa il driver.