Dredge, la recensione
Dredge ti incastra con un gameplay loop assuefacente, per poi conquistarti con un comparto narrativo in pieno stile Lovecraft
È sempre più raro imbattersi in titoli come Dredge, capaci con pochi dettagli di suscitare così tante emozioni. Stiamo parlando dell’opera prima di Black Salt Games, software house neozelandese composta da sole quattro persone che, proprio durante la pandemia del 2020, ha deciso di tuffarsi nel mondo dei videogiochi. Una scelta coraggiosa, ma consapevole. Nadia, Joel, Alex e Mikey dimostrano in pochi minuti di avere il totale controllo della propria opera. Un’opera che prende il gameplay loop di titoli come Papers, Please e lo fonde con le atmosfere tipiche dei racconti di H.P. Lovecraft.
APPESI ALL’AMO
La trama di Dredge ci vede nei panni di un pescatore che, in seguito a un pericoloso naufragio, si ritrova nel villaggio di Midolla Maggiore. Qui il sindaco lo accoglie a braccia aperte, proponendogli sin da subito un nuovo lavoro, in modo da poter ricambiare il debito nei confronti della cittadina. Ha quindi inizio un viaggio che porterà il pescatore a incontrare i vari abitanti dell’isola e di varie location più o meno vicine all’atollo. Abitanti che nascondono dei segreti e che talvolta si riveleranno amichevoli nei nostri confronti, ma che altre volte non riusciranno a mascherare la diffidenza verso uno straniero improvvisamente tanto importante per l’economia dell’arcipelago.
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Nelle circa dieci ore necessarie per svelare i misteri del gioco, la scrittura ci ha stupito in più occasioni. Talvolta per ritmo, altre volte per qualità, la sceneggiatura di Dredge è un vero e proprio gioiello. Senza contare che, probabilmente, ci troviamo di fronte al titolo a tema “Lovecraft” più riuscito degli ultimi anni.
FIN CHE LA BARCA VA…
Nonostante il marcato comparto narrativo, la maggior parte del tempo che passeremo in Dredge lo faremo a bordo del nostro fidato peschereccio. Come accennato in apertura, infatti, il nostro ruolo sarà quello di procacciare il cibo per gli abitanti di Midolla Maggiore attraverso un divertente minigioco di pesca. Questa è però solo la base di partenza, che si complica lentamente con l’arrivo di nuovi strumenti per catturare i pesci e con l’importanza di gestire il proprio tempo. Il titolo di Black Salt Games vanta infatti un ciclo giorno-notte che non solo influenza la fauna, ma che modifica sostanzialmente anche il gameplay.
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Se di giorno potremo esplorare il mare, di notte cominceremo a notare qualcosa di strano. Misteriose creature sguazzano tra le onde, suoni inquietanti provengono dalla nebbia e la nostra percezione del reale potrebbe non essere così precisa. Continuare a navigare non è più quindi l’unica scelta possibile e dovremo decidere quanto tempo rimanere in mare aperto. Una decisione influenzata anche dalle numerose missioni secondarie che raccoglieremo, capaci di spingerci via via sempre più lontano dal nostro campo base. Una volta raggiunte le varie isole, dovremo interfacciarci con i vari abitanti del posto. Attraverso dialoghi a scelta multipla potremo scoprire elementi di lore e dare vita avere e proprie side quest, caratterizzate dalla succitata ottima scrittura.
Il risultato è un mix di meccaniche narrative e ludiche che ci spingono a incontrare persone, svelare misteri, pescare e organizzare il proprio spazio dell’inventario in pieno stile Resident Evil 4. Il tutto mentre cerchiamo di evitare di morire prematuramente e vediamo il mondo attorno a noi che evolve e muta.
UN’OPERA ISPIRATA IN OGNI SINGOLO DETTAGLIO
Anche da un punto di vista grafico, Dredge ci rivela un vero e proprio gioiello. Il modello 3D del peschereccio è tanto minimale quanto funzionale e si sposa alla perfezione con i riflessi dell’acqua del mare e i disegni bidimensionali. Il comparto artistico è eccezionale sotto tutti i punti di vista. La palette cromatica utilizzata restituisce emozioni che ondeggiano tra la calma e l’inquietudine, mentre le illustrazioni realizzate per le sezioni narrative vantano un design unico e perfetto per il tipo di storia. A questo si aggiunge anche una colonna sonora estremamente curata, che ci ha accompagnato anche dopo aver spento la console.
Dredge è stata una vera e propria sorpresa. Un titolo dalle dimensioni contenute, ma che eccelle in ogni singolo elemento che lo compone. Trama, gameplay, comparto artistico, audio. Nell'opera di Black Salt Games tutto funziona alla perfezione e, per questo motivo, ci sentiamo di consigliarlo a chiunque voglia vivere un’esperienza dalle tinte horror e costituita da un gameplay loop in grado di creare assuefazione. Una gemma che, nel bel mezzo di titoli open world e dai grandi valori produttivi, dimostra ancora una volta come per realizzare un capolavoro non servano per forza tanti soldi, quanto delle buone idee.