Dream Police vol.1, la recensione
Recensione di Dream Police, primo volume della serie Image di Straczynski e Kotian edita da Star Comics
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Non c'è niente di onirico, apparentemente, in questa città creata da J. M. Straczynski come ambientazione delle sue storie. Si tratta del luogo in cui tutti gli uomini vanno a sognare quando dormono, ma non ha niente di sognante, di evanescente, di impalpabile. Piuttosto sembra un non-luogo fantascientifico in cui una tecnologia avanzatissima attende i sognatori per fornire loro l'esperienza che cercano e di cui hanno bisogno. Una sorta di villaggio vacanze in cui passiamo il tempo di un sonnellino, terribilmente gerarchizzata e organizzata, dove vivono mutaforma incaricati di trasformarsi nelle persone che dobbiamo incontrare, architetti che hanno il compito di preparare le scenografie dei nostri sogni come farebbero con quelle di un set cinematografico, incubi che possono intervenire alla bisogna, per scatenare le nostre paure o per punire, con i loro poteri, sognatori indisciplinati. Ogni uomo e donna del mondo entra nel Dreamscape per sognare e lo abbandona al suo risveglio. Ma tutti gli esseri che ci lavorano, rimangono nel Dreamscape e vivono quotidianamente in questo luogo pazzesco.
Interessante l'idea di base di questo primo volume della nuova serie di Dream Police, scritta per Image da Joe Michael Straczynski. Non terribilmente originale, come del resto capita raramente da qualche anno a questa parte con l'autore che abbiamo apprezzato soprattutto per il più bel ciclo degli ultimi quindici anni delle storie dell'Uomo Ragno. Ricordate il suo Strange, reinvenzione delle origini del Mago Supremo della Marvel? Ricordate quanto, alcune trovate, sembrassero prese di peso da Matrix? Calcolando che il primo ciclo di storie (realizzate per Icon dallo stesso Stracz) videro la luce nello stesso anno, basterà aggiornare un po' le fonti di ispirazione con Inception di Christopher Nolan e avremo la stessa sensazione durante la lettura di Dream Police. Che, tutto sommato, è un fumetto ben scritto, con un'ambientazione interessante e potenzialmente ampissima da esplorare. Le cinque storie che compongono il volume sono sostanzialmente autoconclusive, pur legate da una sottotrama più continua, e riescono nel compito di introdurci al funzionamento e alla natura del Dreamscape anche senza aver letto il primo one-shot di dieci anni fa. Il fumetto non fallisce nell'intrattenerci, pur non salendo mai di colpi con la sceneggiatura.
In definitiva, questa seconda incarnazione di Dream Police ci si presenta come un prodotto discreto. JMS si conferma uno sceneggiatore solido, anche se forse privo di quella magia che una decina di anni fa lo ha portato nel gotha degli autori americani. Da rivedere Kotian alle matite. La serie, comunque, dovrebbe piacere a tutti gli amanti delle storie di investigazione e a chi apprezza il fantasy. Il suo punto forte è probabilmente lo strano equilibrio che si crea fra questi due aspetti, che riescono in qualche modo a dare vita a momenti indipendenti e riconoscibili nella narrazione, senza mai mescolarne le due anime. Cosa sorprendente e piuttosto gradevole.