Dream Police vol.1, la recensione

Recensione di Dream Police, primo volume della serie Image di Straczynski e Kotian edita da Star Comics

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Due detective come ne avete visti a decine. Uno biondo e uno moro, duri, rotti a ogni esperienza, decisi a far rispettare la legge, con tanto di trench impermeabile e di grugno d'ordinanza. Tutto in regola insomma. Un bel paio di tutori della legge da film d'azione con una spruzzatina di mistero. Resta da capire in che città lavorano i due poliziotti e di cosa si occupano. Pattuglieranno le strade di San Francisco o quelle di Los Angeles? Avranno a che fare con la depressa Detroit delle periferie o con le gang storiche di Chicago? E di quale divisione faranno parte? Narcotici, per una bella storia di droga oppure la classicissima omicidi? Ci spiace deludervi, ma Joe Thursday e Frank Stanford sono della Dream Police, la polizia dei sogni, dipartimento del Dreamscape.

Non c'è niente di onirico, apparentemente, in questa città creata da J. M. Straczynski come ambientazione delle sue storie. Si tratta del luogo in cui tutti gli uomini vanno a sognare quando dormono, ma non ha niente di sognante, di evanescente, di impalpabile. Piuttosto sembra un non-luogo fantascientifico in cui una tecnologia avanzatissima attende i sognatori per fornire loro l'esperienza che cercano e di cui hanno bisogno. Una sorta di villaggio vacanze in cui passiamo il tempo di un sonnellino, terribilmente gerarchizzata e organizzata, dove vivono mutaforma incaricati di trasformarsi nelle persone che dobbiamo incontrare, architetti che hanno il compito di preparare le scenografie dei nostri sogni come farebbero con quelle di un set cinematografico, incubi che possono intervenire alla bisogna, per scatenare le nostre paure o per punire, con i loro poteri, sognatori indisciplinati. Ogni uomo e donna del mondo entra nel Dreamscape per sognare e lo abbandona al suo risveglio. Ma tutti gli esseri che ci lavorano, rimangono nel Dreamscape e vivono quotidianamente in questo luogo pazzesco.

Tra loro, gli agenti della Dream Police, uomini e donne che non dormono mai, non sognano mai (come potrebbero, vivendo già in un sogno?) e lavorano incessantemente per far rispettare le regole. Il fatto è che in un mondo come questo, in cui potere mentale e tecnologia onirica si intrecciano inestricabilmente, possono capitare dei guai davvero serissimi e i pericoli non giungono soltanto dall'interno, ma anche dall'esterno. I sognatori, infatti, non sono solo "clienti" passeggeri del Dreamscape, ma possono interagire con esso, a volte con risultati davvero catastrofici, mettendo in pericolo se stessi, gli altri sognatori e gli abitanti autoctoni. Vita difficilissima, quella del poliziotto dei sogni, che non sa mai a quali minacce andrà incontro nelle sue giornate senza alba né tramonto. In più, nel caso di Joe e Frank, c'è di mezzo un mistero. Uno dei due si sente strano. Non riesce ad accettare di non ricordare i suoi inizia al dipartimento. Cosa faceva, prima di essere un agente, ammesso che ci sia mai stato un prima? Forse c'è qualcosa che non va in questa storia, forse qualcuno nasconde un segreto terribile sugli agenti della Dream Police, forse il sistema non è del tutto trasparente. E forse è ora che qualcuno ci veda chiaro.

Interessante l'idea di base di questo primo volume della nuova serie di Dream Police, scritta per Image da Joe Michael Straczynski. Non terribilmente originale, come del resto capita raramente da qualche anno a questa parte con l'autore che abbiamo apprezzato soprattutto per il più bel ciclo degli ultimi quindici anni delle storie dell'Uomo Ragno. Ricordate il suo Strange, reinvenzione delle origini del Mago Supremo della Marvel? Ricordate quanto, alcune trovate, sembrassero prese di peso da Matrix? Calcolando che il primo ciclo di storie (realizzate per Icon dallo stesso Stracz) videro la luce nello stesso anno, basterà aggiornare un po' le fonti di ispirazione con Inception di Christopher Nolan e avremo la stessa sensazione durante la lettura di Dream Police. Che, tutto sommato, è un fumetto ben scritto, con un'ambientazione interessante e potenzialmente ampissima da esplorare. Le cinque storie che compongono il volume sono sostanzialmente autoconclusive, pur legate da una sottotrama più continua, e riescono nel compito di introdurci al funzionamento e alla natura del Dreamscape anche senza aver letto il primo one-shot di dieci anni fa. Il fumetto non fallisce nell'intrattenerci, pur non salendo mai di colpi con la sceneggiatura.

A lasciarci invece un po' interdetti, in alcuni passaggi, sono i disegni di Sid Kotian. Non avevamo mai incrociato, da lettori, questo cartoonist indiano, ma qui lo troviamo a tratti legnoso, dallo stile molto classico ma incostante. A volte ci sembra ottimo per rendere la componente noir della storia, a volte sembra dare il meglio nelle scene più spettacolari, colorate e appartenenti alla metà fantastica di questo fumetto dall'identità ibrida. A lasciarci perplessi diversi momenti in cui è la qualità della sua resa dei corpi e dei volti a calare improvvisamente.

In definitiva, questa seconda incarnazione di Dream Police ci si presenta come un prodotto discreto. JMS si conferma uno sceneggiatore solido, anche se forse privo di quella magia che una decina di anni fa lo ha portato nel gotha degli autori americani. Da rivedere Kotian alle matite. La serie, comunque, dovrebbe piacere a tutti gli amanti delle storie di investigazione e a chi apprezza il fantasy. Il suo punto forte è probabilmente lo strano equilibrio che si crea fra questi due aspetti, che riescono in qualche modo a dare vita a momenti indipendenti e riconoscibili nella narrazione, senza mai mescolarne le due anime. Cosa sorprendente e piuttosto gradevole.

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