Dragon’s Dogma 2, la recensione

Dragon’s Dogma 2 è la splendida personificazione del concetto di "avventura" applicato al lessico videoludico

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In questi giorni il popolo dell’internet sta parlando moltissimo di Dragon’s Dogma 2. Spesso senza cognizione di causa, ma ne sta comunque parlando. Sono passati pochissimi giorni, infatti, dalla release del nuovo titolo targato Capcom. Un titolo che sembra riuscito nell’arduo compito di convincere un po’ tutti coloro che ci stanno giocando e di realizzare così il sogno di Hidetaki Itsuno. Il celebre game designer noto per aver diretto tutti i Devil May Cry dopo il primo ha infatti pubblicato il primo Dragon’s Dogma nell’ormai lontano 2012. Con il passare del tempo Itsuno ha rilasciato diverse interviste nelle quali ha affermato di aver fatto il meglio che poteva con la tecnologia dell’epoca. Nella sua mente, però, Dragon’s Dogma meritava di più. Meritava un trattamento più curato.

Eccoci quindi nel 2024, con Hidetaki Itsuno pronto finalmente a far vedere al mondo intero le sue reali intenzioni. Intenzioni sorrette da quel RE Engine che tanto sta facendo bene a Capcom, ma che si è rivelato in questo caso una sorta di boomerang, dimostrando per la prima volta i propri limiti tecnici. Dragon’s Dogma 2 è comunque approdato sul mercato il 22 marzo con la forza di un uragano. Lo scopo? Dimostrare al mondo intero che ci sono più modi per affrontare un mondo aperto e che alcuni “luoghi comuni” dei videogiochi possono essere aggirati.

Siete curiosi di scoprire perché, inutili polemiche a parte, tutti stanno parlando di Dragon’s Dogma 2? Afferrate il vostro arco, preparate la vostra Pedina e seguiteci in questa nuova avventura!

DRAGON’S DOGMA 2.0

La trama di Dragon’s Dogma 2 ci è parsa in tutto e per tutto una rielaborazione del primo capitolo. Come accennato in apertura, è come se Itsuno avesse potuto finalmente raccontare la storia che aveva in mente in passato, perfezionando un mondo dal world building già molto affascinante. Il giocatore interpreta quindi un Arisen, un prescelto legato a doppio nodo con la vita di un drago. Drago che il mondo intero tratta come una sorta di calamità destinata, prima o poi, a a portare il caos sul pianeta. Qualcosa, però, non torna: al mondo può esserci un solo Arisen e sembra proprio. che il posto sia già occupato dal sovrano di Vermund. Cosa sta succedendo? Il re è forse un impostore, oppure è il nostro protagonista a nascondere un segreto?

Le risposto a queste domande si alternano in una storia che mescola i connotati tipici degli fantasy epici con quelli più terreni di romanzi come “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”. Non aspettavi, però, un taglio particolarmente cinematografico. La trama di Dragon’s Dogma 2 contiene sì colpi di scena e momenti avvincenti, ma capita spesso che la narrazione sia inserita in un contesto ludico, con poche cut-scene a valorizzare il tutto. Il paragone più comodo per farvi capire il metodo di racconto è “The Elder Scrolls V: Skyrim”, con tutto ciò che ne consegue.

La scrittura di Makoto Ikehara e di Bingo Morihashi favorisce inoltre la narrativa emergente. Durante il nostro viaggio siamo stati continuamente bombardati da informazioni sul mondo di gioco celate in documenti, descrizione degli oggetti e, più in generale, nel mondo di gioco stesso. È una sensazione simile a quella che si può provare nei vari titoli di FromSoftware, ma comprensibile anche a utenti meno attenti. Utenti che così non dovranno leggere libri o guardare streamer per ore e ore per capire cosa sia accaduto all’interno dell’avventura.

IL PIACERE DEL VIAGGIO

Dragon’s Dogma 2 non è un titolo per tutti. La base è quella di un GDR d’azione ambientato in un (non troppo) vasto mondo da esplorare. Il giocatore può scegliere una tra le quattro classi iniziali, che possono ovviamente essere potenziate e rendere così disponibili nuove abilità da usare. Durante il corso dell’avventura possono essere non solo sbloccate nuove classi, ma è possibile passare dall’una all’altra con estrema facilità. Qualsiasi sia la vostra scelta, vi troverete davanti a un combat system unico, solido e appagante. Combattere, infatti, è una delle attività più divertenti del gioco di Itsuno, a dimostrazione delle capacità del game designer nel creare giochi d’azione incredibili.

È però nella struttura delle missioni che qualche giocatore potrebbe rimanere spiazzato. Il gioco, infatti, non fornisce tutte le informazioni per superare le quest, costringendo l’utente a trovare da solo soluzioni differenti per supere alcune situazioni. Una scelta che evidenzia il concetto di “Immersive Sim” alla base del titolo e che si sposa con altri “piccoli” dettagli. Dettagli come la disincentivazione del viaggio rapido, che esiste, ma che può essere effettuato attraverso un raro oggetto acquistabile dai mercanti o ottenibile mentre si attraversa il mondo. Itsuno vuole che vi immergiate il più possibile nel suo gioco. Camminando, esplorando, combattendo. Insomma: andando all’avventura.

Dragon’s Dogma 2, infatti, è ben diverso dalla maggior parte dei GDR presenti sul mercato. Ci troviamo a metà tra un già citato Skyrim ed Elden Ring. Un titolo che pesca il meglio dai due linguaggi, per dare vita a un prodotto unico, hardcore e volutamente criptico. Se amate farvi guidare nell’esplorazione da icone sulla minimappa e volete andare dritti al punto in una missione, allora l’opera di Capcom non fa per voi. Se volete scoprire cosa si prova a vivere davvero in un mondo fantasy, allora questo è proprio il titolo che state cercando.

SALVATAGGI E PEDINE

Prima di parlare di uno degli elementi più interessanti del gioco, permetteteci un appunto sui dati di salvataggio. Dragon’s Dogma 2 presenta un singolo file per salvare la partita, in modo da enfatizzare le scelte prese dal giocatore. Il salvataggio automatico e quello manuale sono il punto di partenza perfetto una volta che si muore, quindi se volete rapidamente ritornare in partita ricordatevi di fare “Carica Salvataggio”. È però possibile dormire anche nelle varie locande del mondo di gioco, attivando così un checkpoint mirato. Checkpoint al quale potrete facilmente tornare nel caso vogliate cancellare le vostre azioni più recenti per tentare altre strade. Solo in quel caso, infatti, fate “Carica Checkpoint”, in modo da non perdere per sbaglio ore di gioco, come è accaduto a noi a inizio gioco.

Il nostro protagonista, però, non sarà da solo in questa epica avventura. Egli verrà affiancato, infatti, da una Pedina, personaggio che potrete delineare e potenziare durante il gioco. Tramite la Faglia, uno spaccato tra le dimensioni, sarà inoltre possibile evocare le Pedine di altri giocatori, in modo da formare party di quattro combattenti. Tutte le Pedine hanno abilità, specializzazioni e caratterizzazioni psicologiche differenti. Formare una squadra affiatata è parte dell’esperienza di gioco. I vostri compagni, infatti, possono non solo darvi suggerimenti durante l’esplorazione, ma anche criticare le vostre azioni e, eventualmente, decidere di abbandonarvi.

Raramente ci siamo trovati di fronte a un’intelligenza artificiale tanto curata. Le Pedine sembrano avere davvero una sorta di memoria della propria vita e delle proprie avventure vissute con il proprio Arisen o durante le gesta compiute al fianco di altri giocatori. Il risultato è qualcosa di straniante, ma dannatamente affascinante. L’ennesima scelta di design che favorisce la sensazione di star vivendo in un mondo vivo e in costante mutamento.

UN MOTORE GRAFICO IN AFFANNO

Dragon’s Dogma 2 è un titolo visivamente molto solido. I modelli dei personaggi non fanno certo gridare al miracolo, ma lo stesso non si può dire delle creature, tra le più belle mai viste in un videogioco. Merito del lavoro di Daigo Ikeno, qui in grado di sorprendere ancora dopo l’ottimo lavoro svolto su Street Fighter IV e Devil May Cry 5. Per la prima volta, però, il RE Engine di Capcom ha mostrato i propri limiti. Questo non solo perché il titolo non supera i 30 FPS su console e soffre di qualche calo di frame nella capitale del regno su PC, ma anche perché abbiamo notato dei pop-up un po’ invasivi e qualche problema nell’ottimizzazione su computer. Noi siamo riusciti a giocarlo al massimo delle specifiche, ma è innegabile che un PC con CPU di media potenza possa trovare dei problemi in alcuni momenti.

Ottimo anche il comparto sonoro, che presenta musiche epiche e suoni perfettamente coerenti con l'atmosfera fantasy di stampo medievale. Il gioco non presenta però un doppiaggio in italiano, relegando la nostra lingua ai “semplici” sottotitoli. Una mossa condivisa ormai da moltissime software house e che, in questo caso, non ci ha dato particolarmente fastidio.

DRAGON’S DOGMA 2, IL COMMENTO FINALE

Dragon’s Dogma 2 è un’opera unica e immensa. Un titolo che potrebbe infastidire alcuni giocatori, ma che allo stesso tempo ne farà innamorare altri. Noi rientriamo senza dubbio in questa seconda categoria e siamo rimasti ammaliati dal combat system, dall’utilizzo dell’IA e da quella struttura tipica degli Immersive Sim voluta da Hidetaki Itsuno. Capcom ha saputo dare vita all’ennesimo capolavoro. Speriamo, a questo punto, che il nuovo RE Engine possa vedere presto la luce, perché è chiaro che le idee e le intenzioni degli sviluppatori nipponici si trovano ormai imbrigliate da un motore grafico che qui, per la prima volta, presta il fianco ad alcune critiche. In ogni caso: se amate i fantasy e volete un’avventura unica e irripetibile, allora Dragon’s Dogma 2 è probabilmente destinato a diventare il vostro gioco dell’anno.

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