Dragon's Crown Pro è barocco ai limiti dell'eccessivo - Recensione

Il titolo più bello da vedere di Vanillaware ritorna, su PlayStation 4: la recensione di Dragon's Crown Pro

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


Condividi

Dragon's Crown Pro è l'opulenta rappresentazione del fantasy più canonico secondo Vanillaware, nella sua incarnazione migliore, perché quel Pro indica i 4K disponibili, indovinate su PlayStation 4 Pro, ma qualora foste in possesso solo della versione standard della piattaforma di gioco Sony nessunissimo problema perché il gioco è comunque bellissimo, in modo assurdo, roba che potrebbe essere benissimo il videogioco bidimensionale più bello da vedere di tutti i tempi. Da giocare? Un altro paio di maniche, perché è sicuramente divertente, ma non tocca in realtà picchi di eccellenza stratosferici. Mentre visivamente è una roba che buca le retine e il cervello, ma ormai dovreste averlo capito.

Dragon's Crown Pro è un picchiaduro a scorrimento bidimensionale, un dipinto che omaggia il genere, la sua tradizione, che per i meno attempati è più facile ricondurre ai due Dungeons & Dragons, mentre coloro con qualche annetto in più e una maggiore conoscenza del genere lo inquadrerebbero facilmente come versione moderna e dall'estetica più barocca di The King of Dragons. C'è una continuità che unisce idealmente le opere citate, che non è solo l'afferenza al genere nel quale si va in giro a picchiare gente, generalmente procedendo verso destra, e nemmeno l'iconografia fantasy più classica, ma l'inserimento dell'emento ruolistico, che oggi è un qualcosa di onnipresente, ma qualche tempo fa era una novità.

[caption id="attachment_184812" align="aligncenter" width="1920"]Dragon's Crown Pro screenshot Con quattro eroi su schermo l'azione si fa decisamente concitata[/caption]

Ecco quindi che Dragon's Crown Pro si apre con la selezione di un eroe, da un roster che prevede amazzone, guerriero, nano, mago, strega e elfa. Ogni personaggio si gioca diversamente, i primi tre hanno differenti caratteristiche ma nel corpo a corpo è comunque sempre familiare destreggiarsi, gli incantatori utilizzano un mucchio di magie figghissime ma sono gracilini e poi c'è la cecchina del gruppo, che fa male dalla distanza ma deve sempre recuperare frecce per la propria faretra. Scoccia abbastanza il fatto che non sia possibile cambiare liberamente da un eroe all'altro, ma è lo scotto da pagare alla componente ruolistica, quella che prevede avanzamenti di livello e armi e oggetti equipaggabili proprio in base a quello raggiunto. Poi un bel giorno arriverà qualcuno a convincerci che davvero è necessaria sempre e comunque, ma fino ad allora conserveremo le nostre riserve, perché in realtà non è che aggiunga chissà cosa all'economia complessiva del gioco.

"Quanto importa di più è ovviamente il menare, e Dragon's Crown Pro ne propone tanto, con un'interpretazione tutta sua"Quanto importa di più è ovviamente il menare, e Dragon's Crown Pro ne propone tanto, con un'interpretazione tutta sua in realtà, che ad un occhio attento risulta essere in realtà non similissima a quella dei titoli del genere apprezzati in sala giochi, perché non basta mettere su un piano bidimensionale attraversabile in lunghezza e larghezza un eroe e tanti nemici da picchiare per avere un beat 'em up nella sua accezione più canonica. È un menare meno fisico quello che viene proposto, forse anche meno preciso, sicuramente meno tecnico e più caciarone. Se le brevi e cadenzate combo dei Dungeons & Dragons evocavano almeno alla lontana ritmi da gioco di ruolo la produzione di Vanillaware è quasi più un action, che permette di tritare il nemico attraverso una varietà di colpi e con una facilità di movimento elevati. Ne giova il ritmo, è amplificato il caos, ma ciò non implica che il gioco sia migliore a prescindere. Semplicemente il menare ha un altro sapore rispetto a quello dei grandi classici del genere.

[caption id="attachment_184811" align="aligncenter" width="1920"]Dragon's Crown Pro screenshot Le illustrazioni che accompagnano alcuni momenti sono sbalorditive, così come tutta l'estetica del gioco[/caption]

Ci si diverte perché l'azione, veloce e frenetica, procede sempre spedita, la narrazione si limite a introdurre, mai a descrivere, con poche righe imbastisce situazioni e presenta personaggi, nel complesso la trama dell'opera ha una sua coerenza, nonostante vari passaggi suonino pretestuosi, ma poco importa. Dragon's Crown Pro è un videogioco dall'essenza pura, immediata, semplice, si propone come esperienza lineare, ma ha anche elementi che invogliano a rigiocarlo e a deviare dalla progressione, missioni secondarie che sfruttano spesso le piccole ramificazioni dei livelli e che, oltre a far progredire il personaggio e a farli rimpinguare pecunia e arsenale, regalano bonus particolari, splendide illustrazioni che non fanno altro che confermare quanto nell'estetica il gioco sia un capolavoro assoluto.

È opulento, barocco, eccessivo, Dragon's Crown Pro, non fa nulla che lo sia nell'estetica (e anche nella colonna sonora, orchestrata), un tocco di misura in più nel gameplay invece gli avrebbe fatto bene. Ma sono sottigliezze alla fine. Giocatelo, picchiate orchi e goblin e scheletri e maghi, ovviamente meglio in compagnia di fino a tre amici, e dimenticatevi del perché.

Continua a leggere su BadTaste