Dragonero 50: La vendetta, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dragonero 50: La vendetta, un albo fondamentale per la continuity della serie
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La splendida, drammatica copertina di Giuseppe Matteoni è assai esplicita al riguardo. Stefano Vietti, creatore insieme a Luca Enoch della serie, scava nel passato di Ian Aranill e riporta alla luce un ricordo molto doloroso, e non solo in senso fisico: un trauma che lo ha segnato nello spirito e nell'orgoglio.
L'idillio è però di breve durata, infranto da una lettera che riporta bruscamente alla realtà Ian, a un fatto lontano, avvenuto al di là del Grande Vallo, la muraglia che separa l'Erondar dalla Terra dei Draghi e protegge l'Impero dalle terrificanti orde degli Algenti, gli elfi corrotti dai loro antichi maestri, gli Abominii. La missiva è della sorella Myrva e preannuncia una minaccia terribile, legata a un rancore straziante nei loro confronti che affonda le proprie radici nel tragico evento consumatosi in quei luoghi infernali.
La vendetta è un perfetto albo celebrativo contenente un racconto intrigante che prende corpo come un giallo e si sviluppa in tinte horror toccando varie corde emozionali, dalla tenerezza alla violenza cieca dell'odio. Queste diverse frequenze e situazioni narrative sono catturate al meglio dal tratto dinamico e potente di Francesco Rizzato (un veterano di casa Bonelli e della testata) ed esaltate dall'eccellente contributo cromatico di Giada Marchisio e Paolo Francescutto.
Dragonero è un piacere da leggere e da sfogliare per qualunque lettore appassionato di fumetti di qualità: va ben oltre il fantasy, proprio come Tex fa con il western.