Dragon Trainer - La recensione
Un adolescente vichingo fatica a diventare un cacciatore di draghi, come vuole la tradizione del suo popolo. Dagli autori di Lilo & Stitch, la migliore pellicola di animazione della Dreamworks...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo Dragon TrainerRegiaDan DeBlois, Chris Sanders
Voci originali
Jay Baruchel, Gerald Butler, America Ferrara, Jonah Hill, Kristen Wiig, Christopher Mintz-Plasse
uscita26 marzo 2010 La scheda del film
Lo ammetto: non mi era mai capitato di aspettare con ansia una pellicola di animazione della Dreamworks. In effetti, non trovo un loro titolo che mi sia piaciuto molto (no, neanche Shrek), tra film passabili/al massimo discreti e roba pessima tipo Shark Tale o Madagascar 2. Per Dragon Trainer, invece, il discorso era decisamente diverso. Si dà infatti il caso che i registi Dan DeBlois e Chris Sanders siano stati gli autori di Lilo & Stitch, non solo il mio film preferito tra i titoli di animazione della Disney (non Pixar, of course) degli ultimi dieci anni, ma anche una pellicola che ho adorato immensamente. Sarebbero stati capaci i due di ripetersi anche con la Dreamworks? Era l'interrogativo che mi ponevo, pieno di speranza.
E dire che l'inizio non era stato eccezionale, con un eccesso di voce off ed esposizione, magari utile per presentarci situazioni e personaggi, ma un po' goffo nei risultati. Tuttavia, in breve tempo vediamo che non si vuole giocare sulle gag e le facili battute (magari con la voce di qualche attore-divo), ma si cerca principalmente di dar vita a una storia e di costruire bene i personaggi. Soprattutto, non ti viene da pensare a un prodotto banalmente didascalico. Certo, c'è sicuramente una lezione importante, ma non ci viene raccontata in maniera superficiale e scontata, come se fosse obbligatorio per soddisfare i benpensanti. E quando si sospetta che la storia si concluderà a tarallucci e vino, ci ritroviamo di fronte a una scelta decisamente coraggiosa.
Buone notizie anche sul fronte 3D. Ovviamente, non siamo alla maestosità di Avatar e forse non c'è neanche lo sfruttamento fortemente espressivo di Coraline. Tuttavia, dopo la delusione di Alice in Wonderland, siamo decisamente saliti di livello e senza mai fornire l'idea che si stia sfruttando una moda. Unico dubbio: un titolo senza animaletti ruffiani e senza un'idea di marketing forte riuscirà a ottenere il successo che merita? Speriamo proprio di sì, ma non ne sono sicurissimo...