Dragon Quest VIII: L'odissea del Re maledetto è una fiaba ruolistica - Recensione
La versione Nintendo 3DS di Dragon Quest VIII: L'odissea del Re maledetto arriva finalmente in Europa, la nostra recensione
Nella storia e nel modo di raccontarla c'è molto di Level-5, quel molto che paradossalmente sarebbe venuto fuori dopo l'uscita del gioco nella sua versione originale, quella fascinazione per la fiaba e per intrecci tutto sommato classici che produzioni come Ni No Kuni o Fantasy Life hanno sublimato. Ancora oggi è possibile identificare quasi in ogni momento della trama la traccia identitaria del team di sviluppo giapponese, che certamente lavorò sotto lo stretto controllo di Square Enix, ma che è stato ben capace di infondere il proprio tocco nella produzione. Se ne accorgerà facilmente il giocatore che magari poco tempo fa ha messo le mani sulla versione Nintendo 3DS di Dragon Quest VII: Frammenti di un mondo dimenticato, più in linea con la tradizione della serie. Alla base c'è sempre quel bel classicismo da JRPG di una volta, che però in Dragon Quest VIII: L'odissea del Re maledetto ha un feeling diverso, perché la storia è estremamente chiara, perché la distinzione tra bene e male è evidente, perché non ci sono praticamente colpi di scena. Eppure quel sommesso tono fiabesco appassiona, la semplicità della narrazione tiene incollati.
Qualcosa sacrifica, Dragon Quest VIII: L'odissea del Re maledetto, nella sua ricercata semplicità. Gli manca l'epica, sia in senso generale che nei singoli momenti, praticamente mai desta il giocatore dal suo sereno torpore; unico contraltare alla tranquillità occasionali momenti di tristezza, alcuni anche veramente toccanti, ma non bastanti a connotare profondamente, in senso emotivo, l'opera tutta, che alla fine risulta carente sotto questo aspetto. Anche per l'assenza di un certo approfondimento di alcuni personaggi: alcuni sono clamorosi in senso positivo, su tutti Re Trode e Morrie, ma i membri fissi del party non riescono a trovare spazio nel cuore, praticamente mai spiccano in particolari momenti successivi all'incontro con loro. D'altronde questo è un altro retaggio del classicismo della saga, aspetto segnalabile anche in altri suoi capitoli.
"il gioco non ha l'impatto di alcuni congeneri ma esiste in una dimensione più intima, che tocca corde diverse, grazie alla sua essenza fiabesca"L'esperienza complessiva giova moltissimo, poi, di tutti i cambiamenti applicati a vari elementi di gioco. Niente più incontri casuali, i mostri ora sono visibili non solo sulla mappa ma anche nei dungeon, il cui disegno è inoltre immediatamente visibile, all'aumento di livello i punti vita e magia vengono ripristinati, i tempi di attesa quando si fondono oggetti nel pentolone alchemico, fondamentale per creare i pezzi di equipaggiamento più potenti, sono stati eliminati. Ogni singola modifica va nel senso di una maggiore giocabilità complessiva, obiettivo pienamente centrato, ma il porting su Nintendo 3DS si è portato via molta della qualità artistica del gioco: eliminato l'effetto cel-shading, ridotto il livello di dettaglio complessivo, eliminati i ritratti dei personaggi nei combattimenti e semplificati tutti i menu, ora solo voci in trasparenza.
[caption id="attachment_166813" align="aligncenter" width="400"] Lo spirito dell'avventura[/caption]
Graficamente ci troviamo comunque di fronte ad una produzione solida in ogni aspetto, ma l'impressione è che nella sua versione portatile abbia perso molta della sua identità. Si sono perse poi per strada, nel processo di localizzazione, le versioni orchestrate degli ottimi brani della colonna sonora presenti nella versione giapponese, per far spazio ad un doppiaggio di qualità assoluta. I nuovi contenuti? Il dungeon inedito è di facile risoluzione e lo scontro contro il suo boss non è particolarmente impegnativo, i due nuovi personaggi del party, Red e Morrie, non si fanno notare per abilità particolari, ed il secondo poi lo si ottiene veramente troppo in là nella trama. Vi lasciamo scoprire il nuovo finale, a parere nostro davvero poco azzeccato.
Sono quindi questi i motivi per i quali è difficile rispondere alla domanda posta a inizio recensione, perché sta al singolo valutare se le migliorìe nel sistema di gioco bastino a far dimenticare la perdita di qualità in campo artistico. Ma questo serve a chi deve stabilire se quella per Nintendo 3DS sia davvero la migliore versione di Dragon Quest VIII: L'odissea del Re maledetto, a tutti gli altri occorre semplicemente sapere che un altro, ottimo JRPG si aggiunge alla già foltissima lista dei presenti sulla console portatile, e tanto basta.