Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei, la recensione
Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei riesce a dare evoluzione ai suoi personaggi, smentendo quindi i timori che fosse potesse trattarsi di un'operazione ripetitiva e senza anima...
Uscito nei cinema italiani questo weekend, Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei è già disponibile da qualche mese in Blu-ray Disc in Giappone.
E’ l’occasione per rivedere i combattimenti supersonici di Dragon Ball Z e gli squadrati disegni di Akira Toriyama. Ma questo film avrà gli ingredienti essenziali che hanno reso celebre la saga? Potremo ancora percepire l’inquietudine per la minaccia di annientamento del nostro pianeta? Dopo la spietata violenza di Majin Bu, c’è ancora un nemico così forte da catalizzare l’attenzione per 90 minuti?
E’ chiaro che il successo di questo capitolo sia proprio da attribuire alla sua presenza, divertente e fuori dagli schemi, così come alla particolare chimica instaurata con Goku, guidato per questo turno ben oltre l’apprendimento di una qualche invincibile tecnica nuova (si pensi alla soluzione della Fusione o della spada Z). Goku sperimenterà ancora di più i limiti del suo potere contro un nemico dotato di grande forza fisica ed acuta intelligenza, e in un qualche modo anche di sensibilità verso l’orgoglio che contraddistingue la razza Sayan.
Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei riesce a dare evoluzione ai suoi personaggi, particolarmente a Goku e Vegeta, privandoci quindi di quel malfidente timore che fosse un cartoon ripetitivo e senza anima. I più esigenti forse lamenteranno che ci sono più insegnamenti morali che non combattimenti, eppure nella sua interezza il film è molto godibile e azzeccato, distintamente capace di aggiungere nuove tematiche e di finalizzare l’obiettivo meramente più commerciale di proseguire la saga.