Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei, la recensione

Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei riesce a dare evoluzione ai suoi personaggi, smentendo quindi i timori che fosse potesse trattarsi di un'operazione ripetitiva e senza anima...

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Uscito nei cinema italiani questo weekend, Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei è già disponibile da qualche mese in Blu-ray Disc in Giappone.

Dopo un sonno di 39 anni, Lord Bills è risvegliato dal fedele assistente Whis che lo informa dei fatti accaduti durante il riposo. Il pianeta Vegeta è andato distrutto, Freezer ha trovato la morte per mano di un certo Son Goku e il principe Vegeta è ancora vivo insieme ad altri pochi Sayan. Siamo in una galassia lontana, di preciso nella dimora del Dio della distruzione, Lord Bills appunto che, dopo il traumatico risveglio, asserisce di aver sfidato in sogno un terribile avversario: il Dio Super Sayan. Certo della veridicità dell’esperienza onirica appena trascorsa, vaga per l’universo alla ricerca di Goku e degli altri Sayan superstiti. La terra è di nuovo in pericolo. Riuscirà Goku a fronteggiare anche questo nemico? Esiste il Dio Super Sayan?

E’ l’occasione per rivedere i combattimenti supersonici di Dragon Ball Z e gli squadrati disegni di Akira Toriyama. Ma questo film avrà gli ingredienti essenziali che hanno reso celebre la saga? Potremo ancora percepire l’inquietudine per la minaccia di annientamento del nostro pianeta? Dopo la spietata violenza di Majin Bu, c’è ancora un nemico così forte da catalizzare l’attenzione per 90 minuti?

Diciamo che la minaccia di questo episodio, Lord Bills, non è propriamente un cattivo bidimensionale, come lo erano Freezer e Cell: il primo ossessionato dal desiderio di essere il padrone dell’universo, il secondo dal raggiungimento di una forma perfetta che gli garantisse di diventare il guerriero più forte di tutti. Come ben ricordiamo, lo spunto megalomane è un ingrediente che non è mai mancato. Lord Bills, un essere eterno, ci viene presentato come un personaggio goffo di cui non capiamo se voglia realizzare il sogno premonitore o affrontare un degno avversario; il suo temperamento apparentemente impassibile si fa rabbioso quando per un semplice capriccio ordina la distruzione della Terra. Solo verso il finale comprendiamo che la sua attitudine “sfronda pianeti” è un modo più per appagare la faticata nomea di “Dio della distruzione” che non un piano di vendetta.

E’ chiaro che il successo di questo capitolo sia proprio da attribuire alla sua presenza, divertente e fuori dagli schemi, così come alla particolare chimica instaurata con Goku, guidato per questo turno ben oltre l’apprendimento di una qualche invincibile tecnica nuova (si pensi alla soluzione della Fusione o della spada Z). Goku sperimenterà ancora di più i limiti del suo potere contro un nemico dotato di grande forza fisica ed acuta intelligenza, e in un qualche modo anche di sensibilità verso l’orgoglio che contraddistingue la razza Sayan.

Dragon Ball Z: la Battaglia degli Dei riesce a dare evoluzione ai suoi personaggi, particolarmente a Goku e Vegeta, privandoci quindi di quel malfidente timore che fosse un cartoon ripetitivo e senza anima. I più esigenti forse lamenteranno che ci sono più insegnamenti morali che non combattimenti, eppure nella sua interezza il film è molto godibile e azzeccato, distintamente capace di aggiungere nuove tematiche e di finalizzare l’obiettivo meramente più commerciale di proseguire la saga.
 

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