Dragon Ball: The Breakers, quando la Kamehameha non centra il bersaglio | Recensione

Dragon Ball: The Breakers è un titolo che offre un'idea interessante, ma rivestita di problemi sotto ogni singolo aspetto

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Sin dal suo annuncio, Dragon Ball: The Breakers ha lasciato interdetti moltissimi videogiocatori di tutto il mondo. Dopotutto l’idea di realizzare un multiplayer asimmetrico in stile Dead By Daylight non è certo riconducibile all’universo di Akira Toriyama. Nonostante ciò, abbiamo atteso di poter mettere le mani sulla nuova opera di Dimps prima di gettarci in giudizi probabilmente affrettati. Negli scorsi giorni siamo riusciti a vestire i panni di un gruppo di sopravvissuti braccati dai più famosi villain di Dragon Ball Z, nel tentativo di attivare la Macchina del Tempo prima che sia troppo tardi.

Eccovi la nostra opinione su questa bizzarra esperienza, disponibile già da qualche giorno su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox, Nintendo Switch e PC.

UNO SPIN-OFF DI XENOVERSE

Dragon Ball: The Breakers non ha bisogno di alcun contesto narrativo per essere goduto appieno. Questo non ha impedito gli sviluppatori nipponici dal collegare la loro nuova creatura al discreto Dragon Ball Xenoverse. Una volta creato il proprio personaggio, infatti, ci rendiamo conto di interpretare un normale essere umano che vede il proprio mondo invaso da Cell. È solo grazie all’aiuto di Trunks, ormai esperto viaggiatore del tempo, che il nostro protagonista trova un modo per fuggire. Il tutto per precipitare in un loop costante di fughe da diversi nemici decisi a fargli la pelle. Nemici che lo inseguiranno di fenditura temporale in fenditura temporale, minacciando la sua incolumità.

La trama di The Breakers è, come già accennato, solo un pretesto. I personaggi non vantano una caratterizzazione e ogni singolo dialogo svolge la mera funzione di illustrarci le varie meccaniche di gioco. Ammettiamo che questo ci ha però un po’ delusi, perché per essere un semplice tutorial si nota un impegno che, a un certo punto, speravamo potesse condurre altrove. Per quanto brutte, il gioco vanta delle cut-scene realizzate con il motore di gioco, ma che non portano poi da nessuna parte. Una fatica che non ci spieghiamo e che, visto il risultato finale, riteniamo del tutto inutile.

Dragon Ball: The Breakers

UN'IDEA INTERESSANTE...

Come un qualsiasi titolo multiplayer asimmetrico, nella nuova opera di Dimps un gruppo di personaggi (i Sopravvissuti) deve sopravvivere a una creatura nettamente più potente (il Razziatore). Ecco che, quindi, i giocatori devono esplorare una mappa divisa per zone alla ricerca di chiavi con le quali evocare la già citata Macchina del Tempo, tramite la quale fuggire dal mondo in rovina. Nel mentre, il Razziatore deve aumentare il proprio potere, trovare i suoi avversari, e porre fine alla loro vita prima che riescano a completare la missione. Un’idea che, per quanto lontana dal mondo di Toriyama, non ci sentiamo di bocciare del tutto e che avrebbe potuto dar vita a situazioni divertenti.

Dragon Ball: The Breakers

... MA PIENA DI PROBLEMI

La verità, però, è che Dragon Ball: The Breakers è un titolo noioso e poco equilibrato. Per riuscire ad avere una possibilità di vittoria, i Sopravvissuti devono raccogliere dei cubi luminosi che donano loro il potere dei grandi eroi visti nel manga e nell’anime. Una volta trasformatisi nel personaggio di turno, si hanno pochi secondi per guidare l’attacco contro il villain, tentando di ucciderlo o, quantomeno, di distrarlo dagli altri giocatori.

Il problema è che il Razziatore è nettamente più forte anche di queste versioni potenziate dei Sopravvissuti, riuscendo quasi sempre a prevalere in combattimento e a tornare in campo per uccidere i personaggi rimasti in vita. Questa situazione è così frequente che il gioco stesso ha pensato a una meccanica extra. Se la Macchina del Tempo viene distrutta, i Sopravvissuti possono comunque evocare una Super Macchina del Tempo per fuggire, ottenendo comunque un buon punteggio. Ecco, la maggior parte delle nostre partite sono finite in questo modo, rendendo il tutto poco accattivante e ripetitivo.

Se aggiungete che le mappe sono davvero poche (tre) e le varianti di gioco ancora meno (una), ecco che capirete perché sono bastate poche ore per permettere alla noia di prendere il sopravvento. Dimps ha pensato a numerosi oggetti estetici da ottenere per cercare di mantenere viva l’attenzione del giocatore, ma la verità è che questa soluzione non aiuta e, piuttosto, sembra dimostrare il desiderio degli sviluppatori di guadagnare soldi tramite i vari acquisti in-game. Pessimo anche il matchmaking, che ci ha raramente permesso di interpretare i Razziatori e che, in più di un’occasione, si è bloccato sino a costringerci a riavviare il gioco. Il tutto, infine, è condito da caricamenti molto lunghi e, come vedremo tra poco, da un comparto tecnico disastroso. Un risultato che, sinceramente, non riusciamo proprio a difendere.

Dragon Ball: The Breakers

UN TITOLO DI UN'ALTRA GENERAZIONE

Non proviamo nemmeno a nasconderlo: Dragon Ball: The Breakers è un’opera esteticamente inaccettabile nel 2022. I modelli dei personaggi risalgono a due generazioni videoludiche fa, le animazioni sono legnose e le texture spesso così terribili da spingerci a ipotizzare che si tratti di un errore di caricamento. Il tutto senza pensare a una scarsa interazione ambientale e a situazioni esteticamente sgradevoli come personaggi che camminano sollevati dal terreno o che stringono in mano un cellulare senza toccarlo. Senza infamia e senza lode il comparto sonoro e il doppiaggio, che vanta le voci originali dei doppiatori dell’anime. Per i non anglofoni, nessuna paura: il gioco è interamente sottotitolato in italiano.

Dragon Ball: The Breakers nasconde qualcosa di interessante sotto un prodotto al momento indifendibile. Se la bislacca idea di fondo poteva funzionare, il bilanciamento, la scarsa varietà e la terribile situazione tecnica affossano l’opera sotto tutti i punti di vista. Se amate Dragon Ball e non potete farne a meno, magari potrebbe offrirvi qualche ora di divertimento, ma anche in quel caso il nostro consiglio è di rispolverare Dragon Ball: Kakarot. A tutti gli altri, invece, suggeriamo di guardare altrove. Magari proprio al Dead By Daylight che ha ispirato questa operazione commerciale e che, anno dopo anno, si è dimostrato un titolo sempre più solido.

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