Dragon Ball Super 1, la recensione
Abbiamo recensito il primo volumetto di Dragon Ball Super, edito in Italia da Star Comics
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Era il 1995 quando la casa editrice perugina proponeva l'albo d'esordio dell'opera più famosa di Akira Toriyama, il primo manga pubblicato nel nostro Paese con il senso di lettura originale, dopo che per anni i fumetti giapponesi erano stati importati con le tavole ribaltate, una pratica ormai caduta in disuso. I Kappa Boys curavano la rubrica della posta, i redazionali delle collane Star e delle piccole freccette tra una vignetta e l'altra educavano i lettori alla decodifica di quelle strane pagine "stampate al contrario"; per chi l'ha vissuto, quello scenario editoriale sembra ormai un'altra epoca, ed effettivamente lo è. Ma prendere in mano un tankobon di Dragon Ball con un grande 1 in copertina e sapere che si tratta di nuovo materiale e non dell'ennesima riedizione, inevitabilmente riporta alla mente sensazioni e ricordi del passato.
Di sicuro questo era uno degli obiettivi dei produttori, quando hanno deciso di proseguire la saga dopo quasi vent'anni dalla conclusione di Dragon Ball GT; per cavalcare l'operazione nostalgia non poteva mancare dunque una versione cartacea, affidata a Toyotaro, giovane artista che si è fatto notare per la realizzazione di alcune dojinshi incentrate sul popolare manga di Toriyama.
Il più grande traguardo del fumetto di Dragon Ball Super è senz'altro visivo: sfogliando le pagine del fumetto si fatica a credere che non siano disegnate da chi ha creato quei personaggi più di trent'anni fa. Il tratto è lo stesso del classico shonen manga, se possibile ulteriormente arricchito di un maggior numero di dettagli e più pulito; il character design è quello che conosciamo, in grado di inserirsi perfettamente nel solco del suo predecessore.
È un peccato anche che la vicenda narrata ne La resurrezione di F sia qui assente, anche se i personaggi ne fanno un vago riferimento; il motivo è da imputare al fatto che Toyotaro aveva già realizzato un adattamento manga di quel film, poco prima che gli venisse commissionato Dragon Ball Super. Sperando che Star Comics porti anche quello in Italia, rimane però una sensazione di disordine e nell'ottica di future riletture sarebbe stata una mossa saggia da parte di Shueisha integrare quegli episodi in Dragon Ball Super, seguendo l'ordine cronologico. L'impressione è che il fumetto abbia voluto affrettarsi per stare al passo della serie animata, quando in passato invece è stato l'anime a inserire episodi filler e allungamenti per "aspettare" il manga. Quando nella seconda parte dell'albo inizia il Torneo di arti marziali del Sesto Universo il ritmo migliora nettamente.
Il nostro augurio è che, per il futuro della serie, il manga sappia prendersi i suoi tempi e non si sforzi di rincorrere l'anime, perché i volumetti rimarranno sugli scaffali dei fan per molto tempo e, da quanto abbiamo visto finora, Dragon Ball Super riesce tranquillamente a eguagliare e addirittura superare la maggior parte degli shonen attualmente in uscita, dimostrando che Goku e compagni possono ancora ritagliarsi un ruolo di spicco nel settore dei manga contemporanei.