Dracula 1x01 "Pilot": la recensione

Il nostro commento a Dracula, nuovo progetto della NBC

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Il personaggio di Dracula è uno dei più trasposti e adattati della storia. La mitologia del signore dei vampiri è nota a qualunque spettatore occasionale e, per circa un secolo, è stata materia da plasmare per adattarla alle visioni che interessava comunicare. C'è chi ha puntato sull'orrore puro, chi sull'elemento della solitudine. E poi c'è stato Francis Ford Coppola, che ha permeato di fascino il male incarnato dal personaggio e, da un immaginario vecchio di cento anni (il bellissimo romanzo di Stoker è del 1897), ne ha concepito uno nuovo. È a questo che, per certi versi, la NBC si rivolge con la sua nuova omonima trasposizione. Avrà funzionato?

Le prime coordinate da sottolineare sono quelle temporali. In un periodo di modernizzazioni e svecchiamenti, fa subito piacere notare un'ambientazione d'epoca, curata nella fotografia e nelle scenografie. Siamo nella Londra vittoriana, divisa tra moralismo e modernità, pronta ad affacciarsi sulle sfide, anche tecnologiche, del Novecento, ma legata in qualche modo agli spettri del secolo che sta per concludersi (c'è anche spazio per una citazione, forse fuoriluogo, a Jack lo Squartatore). Se nel Dracula di Coppola l'unico elemento "moderno" di un film per il resto interamente calato in un'altra epoca (influenzata da espressionismo e orrore gotico) era la scena in cui Gary Oldman e Winona Ryder si recavano al cinematografo, qui al contrario si respira fin da subito il cambiamento epocale in atto.

L'Inghilterra è ancora un potente e orgoglioso impero quando un americano (o almeno così si presenta) di nome Alexander Grayson – il nome viene ripetuto così tante volte nei primi minuti che è impossibile dimenticarlo – giunge con le proprie ricchezze e la propria tecnologia nel vecchio continente. Il lavoro svolto sull'accento, sulla gestualità, sull'innegabile fascino che sempre Jonathan Rhys-Meyers ha avuto (I Tudor, Match Point), viene messo in luce – scusando il gioco di parole, dato che parliamo di un vampiro – e su di esso, fin dalla scena di presentazione, in cui lo vediamo uscire da una vasca, si vuole chiaramente porre l'accento. Il personaggio di Dracula è interessante, "vivo" e, tranne nell'evitabile spiegone conclusivo della puntata, decisamente da promuovere.

Sembra funzionare anche il resto del cast, con Oliver Jackson-Cohen nel ruolo di Jonathan Harker, descritto come un uomo noioso, nel rispetto dell'archetipo che lo vuole come rappresentante del bene, per quanto ordinario, contrapposto al fascino del male. Interessante anche il cambiamento della sua professione: Jonathan non è più un avvocato ma un giornalista, e già dal primo episodio lo vediamo intervistare Grayson nella sua magione (il pensiero vola a Intervista col vampiro in un attimo). Altra modifica interessante rispetto alla tradizione è quella di Renfield, l'uomo vile che viene posseduto dai poteri di Dracula nella storia originale, e che qui ha invece le fattezze di un posato e astuto collaboratore di colore (Nonso Anozie, che in Game of Thrones interpretava Xaro Xhoan Daxos). Debole, scialba e incolore la prestazione di Jessica De Gouw (Arrow) nel ruolo di Mina.

Mentre l'accompagnamento costante delle musiche ci trascina lungo tutta la presentazione del pilot, il ritmo narrativo non è altrettanto riuscito. Funziona bene la parte iniziale con la presentazione dei protagonisti e la dimostrazione scientifica nella villa di Grayson (quasi ironico che un personaggio che non può entrare nelle case altrui se non invitato, si presenti come il migliore degli ospiti), ma si tratta del momento migliore in un episodio che non torna a quei livelli nel suo svolgimento, pur non scadendo mai nella noia. L'idea di innestare il percorso di vendetta di Dracula, che qui se la dovrà vedere contro una sorta di “massoneria” denominata Ordine del Drago, su un discorso legato allo sviluppo delle forme di energia, piuttosto che sui semplici ammazzamenti (ma arriveranno anche quelli) è interessante e potrebbe regalare delle svolte sorprendenti per il futuro della storia. La sfida più grande per una serie che ad oggi ha già vinto quella degli ascolti, sarà quella di far convivere quest'anima “moderna” con quella più classica della storia. A questo proposito è abbastanza rischiosa, e sinceramente già vista in troppe occasioni, l'idea della reincarnazione della moglie del protagonista in Mina Harker.

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