Downton Abbey (sesta stagione): la recensione
Downton Abbey chiude la sua ultima stagione; in attesa dello speciale di Natale e dell'addio ai Crawley, ecco cosa è accaduto quest'anno
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Resiste ancora, dopo tanti anni, quel caldo abbraccio delle campagne dello Yorkshire che abbiamo imparato a conoscere tanto bene. Rimane un piacere tornare nei caldi alloggi della residenza dei Crawley, ritrovare quella familiarità nei modi, nel vestiario, nelle relazioni sociali e soprattutto quei personaggi che abbiamo imparato ad amare. Tutti loro, anche i più antipatici, orgogliosi e altezzosi, e proprio per i loro difetti che li rendono tanto umani. Tra le altre cose, questa è la stagione di Mary, ma anche di Thomas. Per loro come per altri arriva una chiusura. Una chiusura ideale naturalmente, che può soddisfare chi vuole vedere un punto d'arrivo, ma che al tempo stesso sa che la vita va avanti, anche se per canali che non si erano previsti.
Il grande tema della stagione – probabilmente della serie intera – è questo. Naturalmente ci sono alcune storyline che verrebbe da definire "classiche" per il modo in cui ci hanno accompagnato in questi anni. Con un lampo di scrittura improvviso terminano le vicessitudini giudiziarie dei coniugi Bates. E verrebbe da dire che era ora di riservare un po' di felicità alla coppia, se non fosse che tutto viene immediatamente oscurato dai problemi di gravidanza di Anna. Negli anni ogni goccia di empatia possibile è stata spremuta dalle sfortunate vicende dei due. Da un lato con successo, dato che è impossibile odiarli e non fare il tifo per loro, dall'altro lato con un certo accanimento quasi compiaciuto.
Con un rapido salto arriviamo al finale di stagione. Qui il grande problema è che molto va come deve andare, ma lo fa non per naturale evoluzione dei personaggi, ma perché, si vede, la scrittura e la necessità lo impongono. L'altezzosa, fredda, invidiosa Mary – un personaggio difficile da amare, ma facile da ammirare nel suo rifuggire costante degli stereotipi – alla fine sposa Talbot. Come ci si aspettava, come tutti le suggeriscono di fare, eppure non c'è un momento in cui questa relazione sia stata costruita in modo valido ai nostri occhi. Rimane sospeso il litigio furioso con Edith, con Mary che compie un gesto orribile, non chiede scusa, predispone il proprio lieto fine in fretta e furia pur non meritandoselo.
Fellowes ci chiede in pratica di gioire per una persona con la quale in quel momento siamo ancora arrabbiati (grave errore), e invece riserva la parte del leone, quella della persona matura, a Edith, che nella vita ne avrà anche combinate parecchie, ma mai come stavolta si prende tutta la scena da sola. Non è un caso che l'ultima immagine della stagione e l'ultimo dialogo siano riservate a lei. Tutto questo in attesa della conclusione di quella che nonostante tutto rimane una bella storia. Appuntamento con lo speciale di Natale per l'addio ai Crawley.