Dove non sei tu, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dove non sei tu, la prima graphic novel di Lorenzo Ghetti
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Candidato nella categoria Giovani Letture ai Premi Comicon dell'edizione di quest'anno, Dove non sei tu è stato portato in fumetteria e in libreria lo scorso autunno da Coconino Press. Trattasi della prima graphic novel di Lorenzo Ghetti, noto autore di webcomic stimato da pubblico e critica soprattutto per il sorprendente To Be Continued, titolo pluripremiato ed esemplare della sua produzione, tesa a rielaborare in funzione del medium – la rete – il linguaggio stesso del Fumetto.
La lettura, tuttavia, non risulta mai confusa o complicata ma, anzi, è sempre estremamente godibile. La guida alla comprensione della tavola viene risolta dall'uso ingegnoso della pipetta dei balloon, dalla ricombinazione o dall'annullamento delle vignette in riquadri più grandi o annidati e da ulteriori ingegnose soluzioni stilistiche e grafiche.
Sono loro i due personaggi principali di Dove non sei tu, rispettivamente Lido e Mobi. Il primo è molto intelligente ma anche timido e introverso; la seconda è invece socievole quanto misteriosa: il loro destino è quello di diventare effettivi compagni di classe solo in seguito, perché nella storia Mobi presenzia alle lezioni solo grazie a una tuta ScOut. Si tratta dell'ultimo ritrovato in fatto di tecnologia e permette a chi la indossa di essere presente ovunque desideri. Questa sorta di avatar della giovane viene ospitato dalla famiglia di Lido, in attesa che la ragazza si trasferisca fisicamente nella città di destinazione.
All'inizio la convivenza è tutt'altro che semplice e il carattere espansivo di Mobi mette in crisi Lido, che non viene risparmiato neppure dalle allusioni e dagli sfottò di Reno, il suo migliore amico. Nello svilupparsi della trama il rapporto tra i due protagonisti cambia e ognuno condividerà le proprie fragilità con l'altro. Se questa l'avete già sentita, sappiate che il finale non è affatto scontato.
Ghetti racconta con grande sensibilità il mondo degli adolescenti, quello iper-tecnologico dei centennial – la cosiddetta Generazione Z (1995 – 2012), e lo fa attraverso la propria esperienza di millennial, appartenente alla leva precedente, la Generazione Y, cresciuta all'insegna della comunicazione senza confini, abituata ai social network e alla presenza/assenza virtuale. Le tute fantascientifiche che troviamo nella vicenda sono un'estremizzazione di tali concetti, utili ad approfondire le contraddizioni legate all'uso di quegli strumenti avanzati ma anche una proiezione positiva sulle loro futuribili potenzialità.
Uno dei messaggi più rilevanti e confortanti di Dove non sei tu è che i sentimenti, le emozioni più intime e i comportamenti che più ci appartengono, sono qualcosa di puro e immutabile; vanno al di là delle scoperte scientifiche che da sempre hanno stravolto la nostra vita, spesso migliorandola. Non a caso è un libro cartaceo, il romanzo Destinazione stelle (The Stars My Destination, 1956), di Alfred Bester, a far avvicinare Lido e Mobi, ad alimentare il loro legame, accompagnandoli lungo tutto il resto della storia.
Classificare Dove non sei tu "solo" come una lettura per ragazzi sarebbe profondamente sbagliato, perché l'opera di Ghetti è un gioiello, a livello di forma e contenuti, che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire.
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