Dottoressa Aphra vol. 2: L'enorme profitto, la recensione

Abbiamo recensito per voi Dottoressa Aphra vol. 2: L'enorme profitto, edito da Panini Comics

Condividi

Doctor Aphra #9, copertina di Kamome Kamiyama

Lo scorso mese, Panini Comics ha portato sugli scaffali delle fumetterie e delle librerie L'enorme profitto, secondo brossurato della serie Dottoressa Aphra, contenente le avventure dell'omonima archeologa dell'universo di Star Wars. Il volume contiene le storie originariamente pubblicate dalla Marvel sulle pagine di Doctor Aphra #9/13 e sul primo Annual del titolo, scritte da Kieron Gillen (The Wicked + The Divine) per i disegni di Marc Laming (Planet Hulk), Will Sliney (Spider-Man 2099) e Kev Walker (Avengers Arena) e i colori di Jordan Boyd e Antonio Fabela.

Il precedente appuntamento si era concluso con la protagonista in possesso del Cristallo di Rur, preziosissimo artefatto legato ai Jedi facenti parte del misterioso Ordu Aspectu, attivato durante il crossover La Cittadella Urlante; trattasi di un oggetto che, qualora venisse venduto al miglior offerente, potrebbe garantire ad Aphra grandi ricchezze. Per riuscire a "piazzare" un simile manufatto, però, la Nostra è costretta a entrare in contatto con il lato più oscuro del contrabbando, circondandosi di individui senza scrupoli, alcuni dei quali già noti ai lettori.

Pubblicata per la prima volta nel nostro Paese sul mensile Darth Vader, questa storia chiude il primo ciclo narrativo del titolo con diversi colpi di scena non da poco, svolte che rendono la lettura piacevole come avventura a sé e interessante sotto il profilo della conoscenza legata all'universo di Star Wars. L'eccessiva sicurezza nei propri mezzi ha portato la ragazza a fare i conti con la dura realtà dei malviventi che popolano la galassia lontana lontana, i quali non sono certo ben disposti verso le sue richieste.

Doctor Aphra #11, copertina di Kamome Shirahama

L'aspetto più interessante della storia è sicuramente l'evoluzione delle dinamiche che legano Aphra ai comprimari: i due droidi assassini BT-1 e Triplo-Zero e il wookiee Black Krrsantan, i quali hanno un ruolo molto importante all'interno della vicenda. Come spesso accade nei racconti dedicati alla saga creata da George Lucas, dopo una parte iniziale in cui i diversi attori in campo si studiano tra loro e molte sequenze dialogiche arricchiscono la lore dell'ambientazione, è l'azione a farla da padrona. Ogni possibile acquirente che si è presentato da Aphra ha un'ottima ragione per entrare in possesso dell'artefatto, e la scelta da lei compiuta sarà, a conti fatti, l'unica davvero in linea con il suo percorso.

È inoltre interessante come gli autori dell'Annual abbiano inserito in modo intelligente e funzionale la triste storia del "tappeto ambulante" creditore dell'archeologa. Unico fattore che poteva destare qualche perplessità è il cambio di disegnatore, ma il lavoro svolto in sintonia con i coloristi rende la lettura fluida.

La Dottoressa Chelli Aphra è un personaggio curioso: nato e sviluppato all'interno dei fumetti di Star Wars, dimostra una personalità da "canaglia" tale da renderla non solo interessante a una prima occhiata, ma anche riguardo tutti i dissidi etici e morali che porta con sé nel profondo; in primis, la sua professione di archeologa che fa un po' a pugni con il trafugare (e rivendere) i reperti del passato, ma anche le questioni più squisitamente umane, come le sue scelte sempre in bilico tra il periodo al servizio di Darth Vader e il suo presente in libertà.

È però davvero libero chi non smette mai di scappare? L'enorme profitto risponde in modo intelligente e non scontato a questa domanda, cosa che la rende una storyline meritevole di una lettura approfondita, volta a comprendere il rapporto tra bene e male oltre la sfera narrativa strettamente legata ai Jedi e ai Sith.

Doctor Aphra Annual #1, copertina di David Nakayama

Continua a leggere su BadTaste