Dormi West, Devy Crock e gli altri - Il western di Pier Luigi Sangalli, la recensione

È innegabile che siano prodotti invecchiati male, con uno stile di narrazione desueto e un comparto visivo troppo spoglio per poter giocare ad armi pari con i titoli odierni

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

Devi Crock

Dormi West, Devy Crock e gli altri - Il western di Pier Luigi Sangalli è un volume che può affascinare il lettore più per il suo valore storico che per la qualità intrinseca delle storie che vi sono contenute. Non parliamo di grandi Classici come possono essere i lavori di Hugo Pratt o Andrea Pazienza, né di successi del passato come Capitan Miki o Diabolik. Durante la lettura possiamo però recuperare una tipologia di storie che può essere considerata la "serie C del Fumetto italiano", lontana dalle opere più blasonate e ristampate, ma comunque importanti per tratteggiare il ruolo della nona arte in Italia in un determinato periodo storico.

Siamo negli anni '50, quando il boom di Topolino in formato libretto spinse diversi editori a lanciare sul mercato prodotti simili; è in quegli anni che nascono personaggi come Geppo, Nonna Abelarda, il lupo Pugacioff, Tiramolla, Cucciolo e Pepito. Ma se questi personaggi si sono ritagliati un posto nella memoria di molti italiani, le loro pagine erano spesso condivise con altri fumetti che proponevano altri mondi e situazioni differenti, strappando più di un sorriso e contribuendo alla formazione di tanti giovani lettori.

"È innegabile che siano prodotti invecchiati male, con uno stile di narrazione desueto e un comparto visivo troppo spoglio."Pier Luigi Sangalli, noto soprattutto per aver firmato numerose storie italiane di Braccio di Ferro, ha tentato di esplorare il genere western, un decennio prima dei celebri film di Sergio Leone e dell'esplosione degli spaghetti western. Il fumetto però stava già esplorando la terra di frontiera, con cowboy e indiani chiamati a interpretare racconti di tipologie differenti: da Tex a Lucky Luke, da Cocco Bill a Pedrito el Drito, si trattava senza dubbio del genere più prolifico, un po' come oggi possiamo considerare le storie di supereroi.

Sangalli crea una serie di protagonisti che in qualche modo sono la parodia di altre figure più nobili: Dormi West è un pigro sceriffo a cui piace trascorrere il tempo sulla sua amaca, Devy Crock è una rivisitazione del Davy Crockett reso celebre in quegli anni da un serial televisivo Disney, Giannina Calamity è una bambina con il medesimo piglio di Calamity Jane mentre il Caporale Pignatta è un ranger con una predilezione per il cibo.

Sono personaggi simpatici ma con una caratterizzazione flebile, tanto dal punto di vista della scrittura quanto graficamente. Anche le trame si dimenticano rapidamente e in qualche modo si assomigliano abbastanza tra di loro, tra banditi che compiono rapine e indiani da aiutare. È innegabile che siano prodotti invecchiati male, con uno stile di narrazione desueto e un comparto visivo troppo spoglio per poter giocare ad armi pari con i titoli odierni, ma anche con gli altri fumetti di quell'epoca ricordati ancora oggi. Ma è comunque una testimonianza in grado di regalare un sorriso nostalgico a chi ha letto questi fumetti in giovane età, oltre a rappresentare un campione di prodotti meno rappresentati che rischiano di essere dimenticati in mezzo alle continue riproposte delle opere più celebri.

Continua a leggere su BadTaste