Doom Patrol vol. 1: Un pezzo per volta, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Doom Patrol, serie di Gerard Way e Nick Derington
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Doveva essere l’ennesimo ed estenuante turno di notte alla guida dell'ambulanza, e invece la vita della giovane paramedica Casey Brinke ha cominciato a essere segnata da bizzarri eventi: strane segnalazioni dal centro di coordinamento del pronto soccorso, robot dotati di cervello umano e una nuova coinquilina dall’atteggiamento decisamente sopra le righe. L’unico barlume di normalità è rappresentato dalla presenza del collega Sam Reynolds, che dal canto suo deve fare i conti con un figlio quindicenne in piena crisi ormonale. Gli avvenimenti iniziano a susseguirsi in maniera tanto repentina quanto stravagante, accomunati da un solo elemento: la follia. Dunque, quella che sembrava una giornata storta come tante si tramuta ben presto in un viaggio tra dimensione alternative e mondi immaginari.
In un periodo in cui la casa editrice di Burbank ha riportato i suoi personaggi di punta a una dimensione più vicina allo spirito originario, con l'iniziativa editoriale Rinascita, il leader dei My Chemical Romance decide di giocare con l’anima più sperimentale e surreale dell'Universo DC. In questa run, Way si ispira al lavoro svolto da Grant Morrison sulla serie a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando la carriera dello scrittore scozzese era in piena fase di lancio.
Ogni tassello si incastra perfettamente realizzando un affresco che riporta alla luce i personaggi cardine in una versione ancora più bizzarra e mentalmente instabile di quanto visto in precedenza. Il riuscito e audace omaggio realizzato da Way si concretizza in un fumetto di non facile lettura, in cui il passato interagisce con il presente in maniera originale e fantasiosa. L’idea portante di Doom Patrol - un super gruppo di freak - incontra due emarginati alla ricerca di un posto nel mondo, e da questa unione nasce un ibrido perfettamente calato nello scenario attuale dei comics.
Se nell’ultimo periodo la narrativa supereroistica sta prediligendo soluzioni immediate e di semplice fruizione, Un pezzo per volta reclama il tempo necessario per essere assimilato e apprezzato nella sua affascinante architettura; ma non temete, non è niente di così criptico da risultare ostico o spingervi all’abbandono.
In tal senso, le splendide illustrazioni di Nick Derington semplificano il lavoro di Way. Il team creativo si completa alla perfezione e all'artista è affidato il difficile compito di dare forma alla psichedelica sceneggiatura: il suo stile sintetico - unitamente ai toni accesi di Tamra Bonvillain - riesce a tracciare scenari fantastici in cui perdersi tra allucinazioni, cospirazioni e fughe ad assurda velocità tra le pieghe dello spaziotempo.
Correte a leggere le nuove storie della Doom Patrol, perché queste parole non basteranno a restituirvi l’intrigante bellezza di Un pezzo per volta, arco narrativo che tiene a battesimo una serie dai presupposti solidi e accattivanti, con personaggi pronti a infettarvi con la loro follia. Come diceva Alda Merini, anche la follia merita i suoi applausi.