Doom Patrol 2×04 "Sex Patrol": la recensione
È veramente difficile catalogare una serie come Doom Patrol, perché al di là della sua evidente eccentricità, ogni puntata lascia un messaggio importante
È veramente difficile catalogare una serie come Doom Patrol, perché al di là della sua evidente eccentricità (seriamente, quanti show riuscirebbero ad inserire nella trama di un episodio demoni e fantasmi del sesso, orgasmi tanto potenti da distruggere il mondo, cacciatori di energia sessuale stile Ghostbusters ed improvvisati eroi pronti a ricacciare all'interno del corpo di un demone una creatura il cui vagito può uccidere tutti i bambini del mondo, senza apparire completamente ed irrimediabilmente ridicoli?) e se si sorpassa la sensazione di stare guardando la TV sotto l'effetto di qualche acido, ogni puntata lascia sempre un messaggio importante, un seme che germoglia nella testa dello spettatore e diventa sincero spunto di riflessione. È impossibile chiedere qualcosa di più ad un programma televisivo. Soprattutto uno come questo.
Il tema di questo 4° episodio della 2^ stagione della serie è in un certo senso legato al concetto metaforico di prigione ed inutile dire che, Doom Patrol, di metafore, ne usa davvero parecchie. Che siano confinamenti della mente, ricordi che si cerca di bloccare perché troppo dolorosi e che impediscono letteralmente di trovare un "orgasmico" sollievo a causa di ciò che celano, come nel caso di Rita o vere e proprie prigioni, come quella in cui Niles ha confinato per anni la piccola Dorothy, lo scopo di Sex Patrol è chiaramente quello di dare sollievo e conforto, nonché quello di far trovare ai diversi personaggi la forza di reagire ad una situazione che provoca sofferenza.
Magari, per la natura di questa serie, Doom Patrol finirà per perdonare Niles per le sue scelte scellerate, così come Cliff sta cercando coraggiosamente e faticosamente di fare, ma quel che è certo è che il Professore si sta dimostrando, tra le altre cose, anche un pessimo padre, incapace di prendersi le proprie responsabilità ed ansioso - nonostante ciò che professa - di liberasi del "problema Dorothy", piuttosto che affrontarlo responsabilmente. Un sentimento che contrasta in maniera evidente con quello che prova invece Larry, abbattuto per i suoi fallimenti professionali e personali, soprattutto nel suo ruolo di padre. Sarà proprio lui, infatti, mentre nella villa impazza ancora il party in onore di Danny, che farà riflettere Cliff sul suo ruolo di genitore e su come, solo nella puntata precedente, abbia ferito profondamente i sentimenti della figlia che dichiarava di amare ed attribuito a lei la colpa delle sue azioni.
Anche in un episodio così peculiare e fuori dalle righe come "Sex Patrol", in cui la musica e la colonna sonora torna ad essere un elemento essenziale della narrazione, Doom Patrol continua così a sorprenderci e regalarci momenti preziosi ed a mostrare quale incredibile potere abbia la capacità di raccontare la vasta di gamma delle emozioni umane, quando lo si fa con sincerità e calore, persino nel mezzo del caos e parlando di personaggio che, apparentemente, hanno molto poco di umano.
CORRELATO A DOOM PATROL RECENSIONE 2X04
La 2^ stagione di Doom Patrol va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì su HBO Max e DC Universe.