Doom Patrol 1×14 “Penultimate Patrol”: recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della prima stagione di Doom Patrol intitolato Penultimate Patrol

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Spoiler Alert
La verità vera è che non siamo preparati per la conclusione di questa prima stagione di Doom Patrol, una delle serie che ci ha maggiormente colpito e divertito quest'anno. Anche se lo show non sarà sempre stato perfetto (quale serie TV lo è?), questa versione evoluta di Legends of Tomorrow, con personaggi profondi, fragili e pieni di umanità e le sue bislacche storyline ha comunque conquistato il nostro cuore sin dal suo debutto.

Alla fine della scorsa puntata Mr. Nobody aveva assicurato il pubblico che finalmente avrebbe avuto lo show di supereroi che si aspettava dalla serie, ma a conti fatti non siamo certi che abbia mantenuto la promessa o magari lo ha fatto, ma in maniera del tutto inaspettata: chi si aspettava infatti un epico scontro tra il nostro Team di disadattati ed il loro super nemico, con conseguente liberazione di Niles Caulder, potrebbe forse essere rimasto deluso, ma volenti o nolenti questo show non è mai andato nella direzione in cui il pubblico si aspettava, il che non è necessariamente un male, soprattutto se la strada che intraprende è comunque avvincente.

E a proposito di strada, sarà proprio il ritorno del personaggio di Danny the Street, con l'aiuto di Flex Mentallo a mettere tutti nella giusta direzione, ma non senza che gli autori ci concedano prima una sbirciata nella storia di origine di Eric Morden, prima che diventasse il cattivo della storia. Con un salto indietro nel tempo, siamo nella Chicago del 1946, vediamo infatti Eric incontrare l'adorata ed adorante moglie in un ristorante, alla quale deve dare però una pessima notizia: nonostante i suoi sogni di grandezza ed il desiderio di diventare un temutissimo super cattivo grazie all'impiego presso la Confraternita dei Malvagi, Eric viene licenziato in tronco perché non è apparentemente tagliato per il ruolo, tanto da essere sostituito da un gorilla (presumibilmente Monsieur Mallah) e la moglie, che lo accusa di essere un "Signor Nessuno", delusa dal suo fallimento, lo lascia il che gli darà la spinta e la motivazione necessaria per diventare il Mr. Nobody che conosciamo oggi.

Tornando alla Doom Patrol, quando il Team si imbatte in Danny the Street, quest'ultimo - con grande difficoltà e perché ne è terrorizzato - riferisce che Mr. Nobody si trova con Niles nello "Spazio Bianco". Questa dimensione, come Mentallo spiegherà loro mostrandogli un fumetto, è costituita dallo spazio bianco tra i pannelli, "esiste dove non esiste un contenuto" e può essere raggiunta aprendo un portale con la semplice contrazione di un suo muscolo. Peccato (o magari nemmeno tanto, considerato cosa succede poi) che Flex sia un po' fuori allenamento e nel tentativo di spedire la Doom Patrol nello Spazio Bianco contragga il muscolo sbagliato provocando un collettivo orgasmo a tutti i presenti con Robotman che, per non sentirsi escluso, ne finge in maniera esilarante uno.

Il secondo tentativo andrà meglio e, assieme al cliffhanger finale, costituirà anche la parte migliore dell'episodio.
Tutti i membri del Team, per opera di Mr. Nobody, si troveranno infatti a dover fare una scelta davvero difficile, perché quest'ultimo li riporterà indietro nel tempo a prima che le loro vite vengano cambiate per sempre e se rinunceranno a salvare il Capo, potranno finalmente lasciarsi tutto alle spalle, ma il punto focale ovviamente è uno solo: lo vogliono davvero?
Nonostante sembri apparentemente un proposta irrinunciabile, Cliff e Larry impiegheranno pochi minuti per ricadere nella vecchie abitudini, il che gli farà capire come non siano mai stati gli incidenti che hanno avuto a cambiarli, ma le scelte di vita sbagliate che avevano compiuto ben prima che quelli avvenissero, Rita si renderà conto di essere maturata troppo rispetto alla star egoista ed insensibile che si preoccupa solo della propria carriera e del suo aspetto e Jane, coraggiosamente, sceglierà consapevolmente la follia, piuttosto che la resa il che permetterà a tutti loro di accedere allo Spazio Bianco e trovarsi così al cospetto del loro nemico e del Capo, suo prigioniero.

In tutto ciò, la parte meno convincente dell'episodio è il B-plot che vede protagonisti Vic e suo padre Silas che, dopo essersi risvegliato in un letto di ospedale in seguito all'aggressione subita dal figlio, gli confessa come parte delle sue paure siano state giustificate e come gli abbia mentito per nascondergli una verità che temeva avrebbe distrutto la loro famiglia e cioè che in seguito all'incidente che aveva coinvolto lui e la madre, entrambi erano vivi per miracolo e lui ha dovuto decidere chi salvare dei due. Grazie a Niles, che lo convinse di come il figlio fosse l'unico, fisicamente in grado di subire un intervento tanto difficile ed al fatto che la madre stessa avrebbe voluto salvare Vic piuttosto che se stessa, Silas prese la decisione più difficile della sua vita. Sebbene questa rivelazione sia importante per il personaggio e non ne mettiamo in dubbio l'impatto emotivo, il problema con questa trama è semplicemente che sembra fuori luogo in un episodio così ricco di importanti eventi, anche se spiega chiaramente il motivo per cui Cyborg, deluso dal padre, decida di riunirsi al resto del Team proprio nel momento più opportuno.

Nello Spazio Bianco, infatti, grazie a Rita che riesce a manipolare con impressionante facilità il racconto dettato fino a quel momento da Mr. Nobody, la Doom Patrol trova finalmente il Capo, sconfigge il loro nemico e ritorna a casa. Eccetto che, ovviamente, nulla di tutto ciò corrisponde alla verità, perché in realtà Niles si ritrova incastrato in un terrificante loop in cui è costretto a guardare i suoi protetti morire più e più volte per mano di Mr. Nobody con lo scopo di dimostrare come la sola idea di un lieto fine per questi personaggi o il pensiero che siano un grande e stramba famiglia, sia forse l'illusione più ridicola che gli autori della serie ci abbiano mai mostrato.

A dimostrare quanto la guerra combattuta dai nostri eroi sia sempre stata basata su premesse sbagliate, giunge la rivelazione finale a cui Mr. Nobody obbliga Niles Caulder, che prende vita direttamente dalle pagine della versione del personaggio reinventata da Grant Morrison, che prese in mano il fumetto per la prima volta - post Crisi sulle Terre Infinite - con il volume 2, numero #19, pubblicato nel febbraio del 1989. Stabilito che Mr. Nobody non può essere sconfitto, con un'interpretazione davvero notevole di Alan Tudyk, quest'ultimo fa infatti mettere le carte in tavola al Capo, che verrà costretto ad ammettere di essere stato lui a provocare gli incidenti che hanno portato alla trasformazione di ogni singolo membro della Doom Patrol e dimostrando il valore incredibilmente distruttivo che le parole possano avere sulle azioni. Riusciranno Larry, Rita, Cliff, Jane e Vic a sopravvivere a questo terrificante tradimento?

Il finale della prima stagione di Doom Patrol, intitolato Ezekiel Patrol, andrà in onda negli Stati Uniti venerdì 24 maggio su DC Universe, la piattaforma di video-on-demand della DC Comics. La serie è ancora inedita in Italia.

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