Doom Patrol 1×08 “Danny Patrol”: recensione

La nostra recensione dell'ottavo episodio della prima stagione di Doom Patrol intitolato Danny Patrol

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Spoiler Alert
Ammettiamolo, quanti show televisivi sono in grado di produrre cinque lunghi minuti di un pezzo musicale in un contesto così particolare rendendolo non solo credibile, ma genuinamente divertente?
Se guardando Danny Patrol non vi è venuta voglia di salire su un tavolo e scatenarvi e ballare durante la fantastica performance di Larry (Matt Bomer) e Morris Wilson, alias Maura Lee Karupt (Alan Mingo Jr.) sulle note di "People like us" di Kelly Clarkson, probabilmente abbiamo visto due show diversi.
Ma andiamo con ordine.

Che questo ottavo episodio di Doom Patrol sarebbe stato decisamente particolare, lo suggeriva già il titolo e l'introduzione di uno dei personaggi più peculiari della DC Comics, "Danny the street". Creato da Grant Morrison e Richard Case ed apparso per la prima volta nel numero #35 del secondo volume di Doom Patrol (1990), questo personaggio, rappresentato da una strada in grado di apparire ovunque nel mondo, è un essere senziente che ospita e protegge tutti i diseredati della società, offrendogli un rifugio ed un luogo in cui vivere la propria vita senza essere giudicati per ciò che sono ed essere soprattutto felici. L'introduzione di Danny nella serie, che si esprimerà durante l'episodio attraverso vari cartelli luminosi o grazie alla voce di Maura Lee Karupt (Alan Mingo, Jr.), è particolarmente riuscita per due motivi, il primo dei quali è che fornisce finalmente una valvola di sfogo al personaggio di Larry, che sin dal debutto della serie e pur avendo acquistato nel tempo maggiore consapevolezza di sé, è sempre stato circondato da una certa patina di tristezza a causa della sua storia passata.
Il secondo, invece, ha più a che fare con l'attualissimo contesto sociale in cui ci troviamo a vivere e se pure è impossibile affermare che gli autori potessero essere letteralmente a conoscenza di ogni singolo evento che si sta svolgendo nel mondo o tanto meno in Italia in questi ultimi tempi, tra bigotti "Congressi Internazionali della Famiglia" ed un generale inasprimento del concetto di moralità, è quasi con un senso di sollievo che abbiamo accolto l'idea descritta nella puntata che esista una parte di umanità disposta ad accettare il prossimo senza giudicarlo solo perché "diverso" e quindi "sbagliato".
Se non si è vissuto sotto una roccia in queste settimane e si ha avuto modo di guardare qualche notiziario, associare le parole che abbiamo sentito proprio questi giorni nel nostro paese a quelle degli agenti dell'Ufficio della Normalità, di cui una volta faceva parte anche Morris Wilson, vi sarà venuto quasi spontaneo ed avrà reso probabilmente ancora più soddisfacente la conclusione di questa puntata.

Tornando a Larry, la valvola di sfogo a cui facevamo riferimento subisce una battuta d'arresto quasi dolorosa quando alla fine del numero musicale e con lo spiacevole suono di un disco che schratcha, ci rendiamo conto che tutto quello che abbiamo visto è accaduto solo nella mente del personaggio, nella quale apparentemente è in grado di cantare ed intrattenere un pubblico con abilità superiori alla realtà. Nonostante questa iniziale delusione, qualcosa in Larry finsice per cambiare veramente grazie a Danny, che gli insegnerà apparentemente a vivere la vita con maggiore leggerezza, liberandosi in parte del senso di colpa che si porta dietro da così tanto tempo.

Anche il B-plot dell'episodio ha un paio di momenti davvero notevoli, come l'incontro di Robotman con il suo giovanissimo fan o, più in generale, l'indiscussa abilità con la quale Diane Guerrero riesce a dare vita a così tante versioni di Crazy Jane, rendendole ogni volta accurate e credibili.

Il livello di questo show continua a stupirci di settimana in settimana, sia dal punto di vista della scrittura che da quello dell'interpretazione dei suoi protagonisti e ci fornisce un altissimo esempio di televisione che, probabilmente e con nostro grande dispiacere, non è alla portata di tutti per il solo fatto di essere trasmesso da un canale streaming relativamente giovane che ne limita già di per sé la distribuzione.
Nonostante ciò Doom Patrol è una perla che riesce a risvegliare nel suo pubblico un incredibile range di emozioni che non lasciano mai indifferenti ed una serie che continuiamo caldamente a consigliarvi di non perdere.

La prima stagione di Doom Patrol va in onda ogni venerdì su DC Universe, la piattaforma di video-on-demand della DC Comics.

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