DOOM, la recensione

Torna l'azione fuoriosa e intensissima di una delle serie videoludiche dal maggior peso storico: la recensione di DOOM

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Non tutte le serie sopravvivono all’inesorabile scorrere del tempo rimanendo fedeli alle loro origini: alcune, quelle più fortunate, evolvono, migliorandosi, mentre altre vengono stravolte al punto tale da non essere quasi più riconoscibili. E' ciò che accadde a DOOM 3, un titolo di indiscussa qualità che però abbandonò l’incredibile velocità d’azione dei primi due episodi in favore di meccaniche di gioco più affini al survival horror. La direzione scelta da John Carmack, cofondatore di id Software ed ideatore di questa e tante altre proprietà intellettuali, non soddisfò completamente il pubblico, il quale si sentì quasi tradito da colui che aveva praticamente inventato il genere degli FPS. Son trascorsi più di dieci anni dalla pubblicazione di DOOM 3, il mercato è cambiato molto da allora e id Software non vanta più tra le sue fila i nomi illustri di un tempo. Viste tali premesse è quindi comprensibile che il mondo videoludico abbia accolto con una certa freddezza e perplessità l’annuncio del reboot della storica serie: con il dominio dei vari Call of Duty, Battlefield e Far Cry al botteghino ci sarà ancora posto per Doom?

Proprio come nel capostipite della serie è la pura azione la vera protagonista del reboot. Inizieremo a sparare già nei primi trenta secondi e non smetteremo praticamente mai fino alla fine della campagna. Ciò non significa che la componente narrativa sia completamente assente: tra un’ondata di demoni e l’altra incontreremo vari personaggi secondari, i dialoghi però non dureranno più di una manciata di secondi, tanto che i dettagli sul mondo di gioco sono stati relegati in file da raccogliere durante l’esplorazione. Ciò che è totalmente assente è lo sviluppo del protagonista, un marine spaziale altamente incazzato il cui unico istinto è quello di macellare ogni demone gli si pari davanti. Niente complessi ragionamenti, drammi o emozioni di alcun tipo, solo tantissima rabbia che noi giocatori saremo chiamati a sfogare.

[caption id="attachment_145395" align="aligncenter" width="600"]Doom screenshot Doom - screenshot[/caption]

Il DOOM del 2016 è quanto di più vicino si sia mai avuto ai due episodi degli anni '90, dei quali riprende le dinamiche in una chiave più moderna. La velocità d’azione è semplicemente impressionante e non solo perché il nostro personaggio corre di default: durante gli scontri la cadenza con cui i nemici ci verranno incontro è sempre sostenuta, concedendoci quindi poche pause per raccogliere oggetti e munizioni. Anche il gunplay è stato studiato fin nel più piccolo dettaglio per risultare estremamente fluido, al punto che non esiste l’azione di ricarica dell’arma; si potranno riversare su di un nemico tutti i proiettili a nostra disposizione con un’unica lunga pressione del grilletto. Per rendere il tutto ancora più movimentato sono state aggiunge le esecuzioni: quando il nemico subirà un certo quantitativo di danni inizierà a barcollare, illuminandosi di blu ed arancione, quello è il segnale per eseguire un attacco corpo a corpo che risulterà essenziale per ottenere i preziosi kit medici. La salute, così come lo scudo, non si autorigenera ed è quindi necessario raccogliere gli appositi strumenti per poterla ripristinare. Il concetto di copertura è quasi totalmente eliminato: il giocatore, costantemente braccato, dovrà esporsi e correre rischi per poter sopravvivere agli scontri.

Un grande lavoro è stato svolto nel level design: DOOM non è uno sparatutto lineare, le ambientazioni sono spesso aree di medie dimensioni ricche di passaggi secondari e stanze, che si sviluppano non solo in orizzontale ma anche e soprattutto in verticale. Ci sono addirittura alcune brevi ma divertenti sessioni di platforming sparse qua e là per i livelli. Tra le componenti più moderne che sono state introdotte troviamo il sistema di potenziamento di armi e tuta. Grazie ad oggetti segreti, kit di modifica ed uccisioni con stile potremo ampliare le funzionalità secondarie delle nostre armi nonché accrescere il livello di salute, migliorare l’agilità e altro ancora. L’impianto degli upgrade, pur non particolarmente elaborato, concede una discreta libertà di personalizzazione dell’arsenale, che diventerà sempre più vario e divertente da usare mano a mano che si procederà nella campagna. A tal proposito non si può non menzionare l’iconica motosega, vero e proprio marchio di fabbrica della serie, che anche in questo nuovo episodio fa la sua gloriosa comparsa.

[caption id="attachment_149544" align="aligncenter" width="600"]DOOM screenshot DOOM - screenshot[/caption]

Archiviato il complesso e poco efficiente sistema delle megatexture di id Tech 5, DOOM fa uso di un motore grafico nuovo di zecca, molto più versatile. Per garantire un gameplay adrenalinico è necessario un framerate estremamente fluido: id Software ha così puntato ai 60 fotogrammi al secondo anche nelle versioni console del gioco, che si comportano egregiamente in praticamente ogni situazione. Qualche compromesso per raggiungere tale obiettivo è stato fatto in quanto a texture e pulizia visiva, nonostante ciò il risultato conseguito stupisce e soddisfa grazie anche al rinnovato sistema di illuminazione ed effetti speciali. La direzione artistica spicca per la fedeltà verso le origini della serie soprattutto nel design dei nemici, mentre per le ambientazioni il team di sviluppo si è ispirato ai grandi classici delle fantascienza e in parte al terzo capitolo. Leggermente sottotono la colonna sonora, che offre brani sicuramente piacevoli da ascoltare ma che faticano a rimanere impressi nella mente del giocatore.

"Il DOOM del 2016 è quanto di più vicino si sia mai avuto ai due episodi degli anni '90, dei quali riprende le dinamiche in una chiave più moderna"

Un'aggiunta gradita all'offerta ludica è rappresentata dal multiplayer online il quale vanta un gran numero di modalità di gioco, abbastanza differenti l'una dall'altra. Se da DOOM vi aspettate però il prossimo Quake III Arena rimarrete purtroppo delusi: il gameplay è sì veloce e frenetico ma purtroppo manca di quel bilanciamento essenziale per trasformarlo in uno sparatutto online competitivo. Come se non bastasse il numero di mappe a disposizione è assai ristretto e la presenza delle rune demoniache, che trasformano un giocatore in un letale demone, causano un ulteriore squilibrio tra i due team. Assai interessante è la modalità SnapMap, un editor di mappe che permette alla community di utenti di creare e condividere livelli delle più svariate tipologie.

[caption id="attachment_149550" align="aligncenter" width="600"]DOOM screenshot DOOM - screenshot[/caption]

Nonostante uno sviluppo travagliato, il nuovo lavoro di id Software ha decisamente colto nel segno. Non solo DOOM è fedele al primo storico episodio ma riesce anche ad introdurre alcuni elementi inediti, che ne arricchiscono il gameplay senza però snaturarlo. Uno sparatutto frenetico, violento e dannatamente divertente: in un mare di produzioni tutte troppo simili tra loro si sentiva decisamente la necessità di un titolo dalla forte campagna single player che tornasse alle vere origini del genere. Dispiace che il multiplayer, comunque divertente, sia così povero di mappe e decisamente sbilanciato; speriamo che con eventuali aggiornamenti futuri questa componente venga rattoppata e portata agli stessi ottimi livelli del resto della produzione.

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