DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2, tutto è bene, ciò che finisce in carneficina | Recensione

DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2 è semplicemente la degna conclusione di uno dei migliori sparatutto degli ultimi anni

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Come lascia presupporre il titolo, e come aveva già messo in chiaro il primissimo DLC di DOOM Eternal, con The Ancient Gods Part 2 l’avventura ha inizio nel secondo successivo rispetto a quando l’avevamo precedentemente lasciata. Lo Slayer, determinato a scacciare definitivamente la presenza demoniaca sulla Terra, è alla ricerca di colui che da dietro le quinte regge tutti i fili, una figura citata più volte nella campagna principale, che ora si erge come ultimo ostacolo al trionfo del Bene, il terribile Signore Oscuro che, a ben vedere, ha qualcosa in comune con il nostro eroe.

La saga di Bethesda non ha mai fatto della trama la sua ragione d’essere, ma mai come in questo capitolo gli sceneggiatori hanno saputo tratteggiare i contorni di una lore ispiratissima e suggestiva quanto basta. Pur lasciando alle cut-scene il compitino di motivare e giustificare il cambio di scenario e i continui spostamenti dell’avatar, come in passato anche in questo contenuto aggiuntivo il Codex riesce ad ampliare ulteriormente i confini immaginifici della saga.

Reperendo direttamente sul campo di battaglia vari documenti, si scopre qualcosa in più del nemico da battere e del passato dell’eroe, dettagli che manderanno in brodo di giuggiole i fan più attempati del brand.

[caption id="attachment_223990" align="aligncenter" width="1000"]DOOM Eternal The Ancient Gods Part 2 screenshot Rispetto all’episodio precedente, DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2 ridona priorità alla componente platform[/caption]

Se il plot non brilla certo quanto a colpi di scena, obiettivo che sicuramente gli sceneggiatori non si sono posti, la narrazione nella sua globalità affascina e regala un più che degno (ed adrenalinico) finale.

"La creatività degli artisti di id Software si riconferma vivida e sorprendente"Anche artisticamente c’è poco di cui lamentarsi. Il grottesco senso di meraviglia che ha accompagnato l’ingresso in tante ambientazioni nelle puntate precedenti si ripropone immutato anche questa volta. La creatività degli artisti di id Software si riconferma vivida e sorprendente. Nonostante la progressione del viaggio riproponga tappe del tutto simili al passato, in una sorta di spirale degenerativa verso cui si scivola a poco a poco, come ci si trovasse a vagare per gironi sempre più inferiori dell’inferno, di tanto in tanto si perde volentieri qualche secondo per ammirare, sinistramente rapiti, i panorami offerti dall’avventura.

Similmente, anche la colonna sonora, dopo la performance lievemente sottotono del capitolo precedente, recupera la verve della campagna principale, contribuendo e non poco all’ipnosi, alla trance che induce normalmente il gioco non appena lo schermo si riempie di malefici demoni.

DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2, da questo punto di vista, non delude affatto, nonostante le piccole novità di gameplay scalfiscono lievemente il perfetto equilibrio a cui siamo stati abituati.

Da una parte, il livello di difficoltà si è ulteriormente innalzato. Nuovi nemici impongono attacchi mirati e ragionati che interrompono il flusso di ritirate strategiche e furiosi attacchi con cui ce la siamo sempre cavata in passato. Attaccare parti specifiche di questi demoni, o aspettare il momento giusto per contrattare, rendono più complessa l’offensiva, costringendo il videogiocatore a concentrarsi prima su altre minacce più facilmente eliminabili o a giocare con ancora più accortezza, stando ben attenti a sfruttare appena possibile la momentanea vulnerabilità di questi nemici particolarmente forti.

Come se non fosse abbastanza, il numero di demoni che vi fronteggerà contemporaneamente sarà ancor più elevato. Ai livelli di difficoltà maggiori, DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2 diventa semplicemente un incubo e metterà alle strette anche i videogiocatori più navigati e avvezzi al genere.

[caption id="attachment_223991" align="aligncenter" width="1000"]DOOM Eternal The Ancient Gods Part 2 screenshot Gli Eventi Escalation, il cui ingresso va scovato nelle ambientazioni, una volta completati, vi permetteranno di potenziare il Martello o in alternativa di incrementare vita e scudo.[/caption]

Dall’altra, tuttavia, questo DLC consegna nelle mani dello Slayer il Martello delle Sentinelle, arma bianca in grado di stordire per una manciata di secondi i demoni malcapitati di turno. Si tratta, in soldoni, di uno strumento imprescindibile, che, paradossalmente, ai livelli di difficoltà più bassi rende le cose inaspettatamente facili in certe circostanze. Inoltre, spezza un po’ quel ritmo forsennato classico del gioco, concedendo secondi preziosi in cui rifiatare.

Il gameplay, insomma, risente parzialmente di questo lievissimo scollamento causato da una parte dall’eccessivo inasprimento del livello di sfida, dall’altro dall’introduzione del Martello delle Sentinelle che in certe situazioni semplifica fin troppo la vita.

Una piccola stortura, beninteso, che non scalfisce particolarmente l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori con questo DOOM Eternal: The Ancient Gods Part 2 che, a ben vedere, si macchia esclusivamente di un unico vero difetto, ovvero la sua longevità assolutamente contenuta. Due ore, massimo tre, sono più che sufficienti per giungere ai definitivi titoli di coda. Certo, nessuno si aspettava, né pretendeva chissà quale nuova infornata di livelli, ma si ha la sensazione che nelle fasi finali si sia voluto tirare un po’ corto.

Nonostante qualche sbavatura questo DLC è la degna conclusione di DOOM Eternal, uno dei migliori giochi del 2020, nonché uno degli sparatutto in prima persona che più ci hanno deliziato negli ultimi anni. Se siete rimasti con il fiato sospeso al termine della puntata precedente non potete prescindere dal conoscere l’epilogo dell’ordalia dello Slayer.

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