Don't Worry, la recensione del film
Abbiamo recensito per voi Don't Worry, il film che racconta la complessa e difficile vita di John Callahan
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Si tratta di una storia di redenzione. Ci mostra un uomo abbandonato a se stesso, senza più molta dignità, in una spirale di inconsapevolezza e disperazione. A salvarlo da se stesso intervengono scelte sconsiderate, un incontro casuale con un signore ancora più disperato di lui, una notte di colossale sbronza e una dormita al volante. John Callahan ha un incidente stradale potenzialmente mortale. I medici lo salvano, ma lui finisce in carrozzella. E la sua esistenza è ancora più disperata di prima.
Una bella storia, quella vera, che il regista Gus Van Sant racconta male. O meglio, in maniera del tutto incompiuta. Don't Worry non è brutto, ma certamente non lascia soddisfatti una volta fuori dal cinema. Si fatica a trovare credibile Joaquin Phoenix, classe 1974, nei panni di un ventenne, nella prima parte della pellicola. Dettaglio fastidioso su cui si passa sopra. Ci si affeziona molto in fretta ai dolori del suo personaggio, anche non conoscendo quelli dell'artista cui fa da specchio cinematografico. E poi ci si aspetta una storia strutturata e coesa. Che non c'è. Don't Worry ci emoziona nella sua prima metà e, a tratti, continua a farlo nel suo proseguire. Ma tradisce troppe aspettative e finisce per annoiare.
Ma il peccato forse più grave di Don't Worry è quello di non cercare una sponda nell'arte, nei disegni, nelle vignette del vero Callahan, che avrebbero potuto fare da commento e da contraltare alla vicenda in maniera molto più efficace. Van Sant vi ricorre in maniera discontinua e senza una scelta stilistica precisa. A volte sono animate, altre no. A volte sono direttamente connesse con quel che la regia ci mostra, altre meno. E, soprattutto, spariscono dalla storia per periodi imprecisati, per ragioni imprecisate e per fare ritorno apparentemente senza motivo. Spiazzando e deludendo, come un po' tutto questo film incompiuto. Una grande occasione persa.