Domino 1: Istinto omicida, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero di Domino, opera di Gail Simone e David Baldeon

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Il ritorno di Gail Simone alla Marvel coincide con l’esordio come protagonista di una collana regolare di Domino, personaggio nato sulle pagine di X-Force #11 dalla mente di Rob Liefeld e Fabian Nicieza. Dopo averne ammirato la controparte cinematografica in Deadpool 2 – portata sul grande schermo dall’ottima Zazie Beetz – ora, grazie a Panini Comics, abbiamo la possibilità di leggere il primo arco narrativo della run della scrittrice americana.

Per la sua prima esperienza in solitaria, l’ex componente di X-Force deve affrontare una sfida che mette in crisi i suoi poteri, lasciandola inerme contro due villain mai incontrati prima ma in qualche modo legato alle origini di Neena Thurman, in particolare a quella fase in cui era oggetto degli esperimenti del Progetto Armageddon.

Istinto omicida si presenta come uno storyarc canonico, in cui la protagonista è costretta a trovare dentro sé le motivazioni per affrontare le proprie paure; coadiuvata dalle amiche Outlaw e Diamante, dovrà scavare nel suo subconscio per definire se stessa e ribaltare la situazione.

Se ci fermiamo al primo livello di lettura, questi sei capitoli sono caratterizzati da una preminente componente action: puntando su avversari ben costruiti e sulle dinamiche briose del trio, la lettura scorre piacevole, con continue accelerazioni e divertenti trovate che sfruttano al meglio il cast di comprimari.

Se andiamo oltre l’adrenalinica veste della storia, troviamo una riuscita e approfondita analisi della protagonista, oltre che una riflessione sull’amicizia. Sin dalle prime battute, la relazione tra Domino e i suoi poteri viene infatti messa al centro dei riflettori sottolineando quanto siano aleatori.

Nel rivangare un doloroso passato è difficile restare indifferenti a questo racconto pregno di sofferenza, il quale ci restituisce una Domino più umana che mai e con cui è incredibilmente facile empatizzare (cosa che raramente è avvenuta in passato). Certo, non tutto il volume viaggia su questi binari: in svariati momenti troviamo leggerezza, personaggi stravaganti e cammei che strappano più di un sorriso.

Per la prima volta in totale autonomia, Domino si dimostra dunque un personaggio realmente tridimensionale e capace di sorreggere il peso di una serie regolare. La brillante gestione dei toni è sicuramente il punto di forza dell'opera, ma riesce a ben impressionare anche il non quotatissimo David Baldeon. La scelta di affidare la serie all’artista spagnolo si dimostra vincente, e il risultato è un’interpretazione fresca e di grande impatto, grazie alle sue linee sinuose e alla ricchezza dei dettagli nelle sue tavole.

Insomma, non possiamo esimerci dal definire Domino 1: Istinto omicida un fortunato esordio.

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