Doctor Who: The Time of the Doctor - La recensione

L'episodio speciale di Doctor Who segna l'addio di Matt Smith al ruolo del Dottore, dopo ben tre stagioni

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"This is where I end up. This face, this version of me."

È con queste parole che il Dottore preannuncia a Clara la sua fine, scritta nelle leggi della sua stessa natura. Anche la vita di un Signore del Tempo conosce una fine. E se Matt Smith, interprete del prestigioso ruolo della serie BBC per ben tre stagioni, è stato l'incarnazione finora più giovane del Dottore, l'episodio natalizio The Time of the Doctor lo porterà a bruciare velocemente e a consumarsi come una candela, per difendere una città chiamata Natale, in cui resta bloccato per secoli, a difesa non solo del pianeta Trenzalore ma dell'intero universo. Il tutto mentre a casa di Clara Oswald, sua fidata assistente, si sta consumando un pranzo natalizio che avebbe previsto anche la presenza del Dottore, nelle inedite vesti di fidanzato "di facciata" della giovane.

Non c'è dubbio, The Time of the Doctor è la chiave di volta di un nuovo corso narrativo nella storia della serie tv britannica più famosa al mondo: scritto da uno Stephen Moffat felicemente ispirato, l'episodio recupera molti degli elementi più famosi dell'intera saga (a partire dagli arcinemici del buon Dottore, i temibili Dalek che al grido di "exterminate!" lo perseguitano attraverso universi ed epoche). E ritroviamo anche gli ingredienti migliori dello stile di Moffat: humour eclettico che alterna efficacemente gag, battute caustiche e citazioni pop, un ottimo approfondimento psicologico del Dottore e un'attenzione particolare alla componente sentimentale, amplificata dallo spettro dell'imminente fine del protagonista.

In breve, un episodio ricco e che si prende la responsabilità di posticipare la fine della saga con un escamotage narrativo convincente e non troppo cervellotico. A questo punto, non resta che mettersi comodi e aspettare l'ottava stagione, in cui al timone del Tardis troveremo la nuova incarnazione del Dottore: il pluripremiato Peter Capaldi, più attempato di Smith ma di certo non meno energico. E chissà che la bella Clara, che ha assistito impotente tra le lacrime alla rigenerazione del suo amato Dottore, non trasferisca sulla nuova incarnazione la sbandata che si era presa per il giovane predecessore. In fondo, per invaghirsi di un Signore del Tempo, bisogna passare sopra a una differenza d'età di parecchi secoli: in quest'ottica, cosa possono mai essere venti o trent'anni di più?

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