Doctor Who (nona stagione): la recensione

La nostra recensione della nona stagione di Doctor Who, il più longevo serial di fantascienza della storia della televisione, con protagonista Peter Capaldi

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Spoiler Alert
Il Dottore è rimasto solo.
Nonostante abbia cercato di violare le regole dell'universo pur di salvarla, dopo tre stagioni e una rigenerazione, il Signore del Tempo più famoso della televisione ha nuovamente perso la sua compagna di viaggio, rimasta vittima della sua stessa bontà e del suo altruismo. Peccato che, di tutta questa faccenda, lui non ne avrà più memoria, in quanto Clara (Jenna-Louise Coleman), prima di passare a miglior vita, ha fatto qualcosa di unico, inaspettato, che ha spiazzato tutti: la "ragazza impossibile" è infatti riuscita a farsi cancellare dalla memoria del Dottore (inversamente a quanto quest'ultimo aveva fatto con Donna Noble nel finale della quarta stagione), lasciando in lui soltanto alcuni echi lontani della loro amicizia. Che la giovane insegnate della CoalHill School avesse maggior spirito di iniziativa di coloro che l'avevano preceduta era ormai cosa nota, basti pensare quanto la sua figura sia stata predominante durante l'ottava serie, arrivando addirittura a mettere in secondo piano il protagonista in più di un'occasione, ma che riuscisse a imporsi in questo modo sul Signore del Tempo ci ha davvero sorpresi. A pensarci bene, però, Steven Moffat non poteva escogitare uscita di scena migliore per un personaggio che da semplice companion si era lentamente trasformato in un pari del Dottore, posizione che aveva creato nei fan un rapporto di amore/odio nei confronti di Clara. Quello che è certo è che per lei le porte dello show non sono ancora definitivamente chiuse, in quanto la ragazza, nonostante sia realmente morta in Face The Raven, è riuscita a ritagliarsi una parentesi di vita durante il suo ultimo battito cardiaco, un istante fermo nel tempo che potrebbe durare anche un'eternità. Così spiegato sembrerebbe un destino atroce quello toccato alla povera Clara, se non fosse che l'ex companion del Dottore ha ora a disposizione un TARDIS tutto suo (con il circuito camaleonte rotto, che lo obbliga ad avere l'aspetto di un american dinner degli anni '50) e un'amica immortale con cui viaggiare a spasso per i secoli, Ashildr (Maisie Williams). Mica male, no?

Se nella scorsa stagione di Doctor Who la mente criminale che ha agito contro il Signore del Tempo si è rivelata essere la nuova incarnazione del Maestro, ora Missy (Michelle Gomez), l'antagonista principale di questa nona serie può essere identificato proprio con Ashildr, o Me, come si è fatta chiamare dalla sua seconda apparizione. Il personaggio della Williams è stata la vera rivelazione di quest'anno, una figura inedita e totalmente moffattiana, ricca di sfaccettature e contraddizioni come la maggior parte delle creature dello sceneggiatore scozzese. Come abbiamo detto, possiamo tranquillamente etichettare la giovane immortale come villain (dopotutto se Clara ci ha salutato è anche merito suo), ma il suo ruolo è andato oltre a quello di ennesima nemesi del Dottore, particolare ben evidenziato dal suo scopo all'interno del serial. L'obiettivo finale di Me è stato molto diverso da quello degli altri celebri nemici che durante gli anni si sono avvicendati nel telefilm, perennemente ossessionati dall'idea di annientare una volta per tutte l'ultimo dei Signori del Tempo, anzi, possiamo pure dire opposto. Il suo compito è stato infatti quello di controllare e vigilare sulle azioni di Twelve (Peter Capaldi), di far sì che il suo prorompente desiderio di fare del bene non si traduca in un'alterazione del naturale corso degli eventi. Dopotutto, la sua nascita, o per meglio dire rinascita, è stata causata proprio da una decisione del Dottore in The Girl Who Died, dove, pur di salvarle la vita, le ha impiantato tecnologia Mire rendendola un ibrido immortale contro natura.

Da quanto ci è stato mostrato in quest'anno, Me non è però stata l'unica antagonista che Twelve ha salvato da morte certa. Nei primi due episodi della nona stagione, intitolati The Magician's Apprentice e The Witch's Familiar, abbiamo infatti appreso le origini del celebre Davros (Julian Bleach), lo scienziato proveniente dal pianeta Skaro ideatore dei letali Dalek, miracolosamente ancora in vita dopo i fatti di The Journey's EndIn questa doppia puntata, ideale sequel quarant'anni dopo di una delle saghe più belle in assoluto del telefilm, Genesis of the Daleks (omaggiata con l'inserimento di uno spezzone in cui il Dottore di Tom Baker si chiede se ha il diritto di impedire la creazione dei suoi avversari), Twelve ha impedito che il piccolo Davros rimanesse ucciso durante una guerra, facendosi così salvatore di colui che in futuro avrebbe portato la sua gente alla morte. Questa difficile scelta, ponderata a seguito di una lunga e toccante sequenza dialogata tra il malvagio scienziato e il Signore del Tempo, ha portato quest'ultimo ad alterare il lessico dei Dalek, inserendo nel loro vocabolario la parola "pietà" e sventando così anche un diabolico piano di Missy. La nuova incarnazione del Maestro ha fatto la sua ricomparsa proprio in questi due episodi, lasciando intendere che una sua alleanza con gli sterminatori di Skaro potrebbe verificarsi nella prossima stagione, aprendo a scenari dai risvolti inimmaginabili. C'è da dire che, nonostante il poco tempo dedicatole sullo schermo quest'anno, Michelle Gomez è riuscita a far evolvere positivamente la sua Missy, spingendo ancora di più l'acceleratore sul lato folle del personaggio avvicinandosi per certi versi all'interpretazione di John Simm nei due speciali che compongono The End of Time

Per ultimo (ma non certo in ordine di bravura), va fatto un plauso enorme all'abilità recitativa di Peter Capaldi, che in questa nona serie è finalmente riuscito a mostrare quanto sia stato dannatamente giusto affidargli il ruolo del Dodicesimo Dottore. Nonostante delle sue doti attoriali avessimo avuto un abbondante assaggio nella passata stagione, il suo character era stato prepotentemente oscurato dalle numerose trame riguardanti la sua companion Clara, finendo per diventare uno dei Signori del Tempo più anonimi di sempre. Fortunatamente, il tutto è stato quest'anno smentito dal buon Peter, che grazie a sceneggiature che hanno saputo rendere giustizia e meglio caratterizzare il nuovo volto del Dottore, ha saputo imporsi come una delle incarnazioni meglio riuscite del personaggio. Questo è stato ben visibile nel dialogo finale di The Zygon Inversion o nell'assolo di Heaven Sent, in cui Capaldi ha brillantemente saputo reggere solo sulle sue spalle un'intera puntata del telefilm, forse la migliore dell'intera stagione. Anche l'aggiunta, seppure probabilmente passeggera, di elementi come gli occhiali sonici (già abbandonati per far posto al ritorno del ben più famoso cacciavite) e della chitarra elettrica è servita a rendere iconica questa ulteriore versione del Signore del Tempo, una sorta di eroe rock dal sapore vintage, un moderno Ziggy Stardust che suona la theme song della sua compagna morta e dimenticata in mezzo a un arido deserto.

Per quanto riguardo il livello tecnico, la serie ha ormai raggiunto gli standard degli show statunitensi, imponendosi come uno dei serial più potenti a livello visivo in circolazione. Facendo un rapido confronto con la prima stagione del 2005, da poco editata in Italia nel formato blu ray dalla DNC Entertainment (qui la nostra recensione), possiamo notare come in dieci anni Doctor Who sia passato dall'essere un prodotto quasi casalingo, con animazioni e scenografie molte povere, a una delle produzioni più raffinate e curate (oltre che di maggior successo) della storia della televisione.

Con lo speciale di Natale alle porte (qui trovate due video promozionali dell'episodio), in cui farà ritorno l'amatissima River Song (Alex Kingston), è lecito chiedersi cosa aspettarsi dalla prossima stagione dello show fantascientifico targato BBC, che tornerà in onda nell'estate/autunno del 2016. Dovremmo assistere all'arrivo di un nuovo companion, che per una volta ci piacerebbe fosse un maschio, come dei ritorni di Missy, dei Dalek e probabilmente di Rassilon (Donald Sumpter), visto che il suo esilio da Gallifrey minacciava vendetta da tutti i pori. Se tutto va bene, poi, potremo gustarci una puntata diretta nientemeno che da Peter Jackson nonché a una sorta di sequel di Sleep No More, uno degli episodi più particolari della nona serie, girato in stile found footage. Quello che è certo è che sicuramente ritroveremo Peter Capaldi nel ruolo del Dottore, sperando non alla sua ultima partecipazione nel serial, pronto a viaggiare ancora una volta nello spazio e nel tempo con scolpite in testa le ultime parole della sua amatissima Clara Oswald: "Run, you clever boy... And be a Doctor"!

Doctor Who e Clara

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