Doctor Who 11x02, "The Ghost Monument": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio dell'undicesima stagione di Doctor Who, intitolato "The Ghost Monument".

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Spoiler Alert
Superato il delicato passaggio dell'introduzione della rigenerazione al femminile del protagonista, questa settimana Doctor Who ha continuato a costruire le fondamenta del rinnovato corso dello show, proponendo un ulteriore episodio in cui la trama è stata sacrificata per permettere di approfondire i diversi caratteri del Dottore e dei suoi nuovi amici. Utilizzando il già collaudato escamotage del viaggio nello spazio, ricorrente per quasi tutti i Companion dell'era moderna, The Ghost Monument ha infatti messo alla prova il team in un ambiente ostile e inusuale con il solo scopo di rafforzare il legame tra i vari personaggi al fine di convincerli, nelle ultime battute, a proseguire il viaggio con Tredici anziché tornare a casa.

L'alchimia tra i quattro c'è e funziona, forse non è immediata come lo è stata per Rose o Clara ma funziona - e i personaggi da introdurre qui sono tre, non uno. A livello di caratterizzazione Yaz (Mandip Gill) continua ad apparire la più debole del gruppo, mentre il rapporto tra Ryan (Tosin Cole) e Graham (Bradley Walsh) promette scintille per le puntate a venire. A rubare la scena è stato ovviamente ancora una volta il Dottore di Jodie Whittaker, convincente e commovente nei minuti finali in cui ha riabbracciato il suo amato e ristrutturato TARDIS, il cui look interiore ricorda ora la Fortezza della Solitudine di Superman.

Parlando della trama, che ha visto i quattro prendere parte all'ultima tappa di una Parigi-Dakar spaziale per mettere le mani proprio sul TARDIS, sono molte le strizzate d'occhio ai fan di Star Wars e i punti in contatto con il primo episodio della trilogia prequel. Nonostante lo showrunner Chris Chibnall avesse promesso solo episodi autoconclusivi, è innegabile come già con The Ghost Monument si stia andando a delineare una trama orizzontale in cui gli Stenza - la razza guerriera di cui fa parte Tim Shaw, nemesi di The Woman Who Fell To Earth - giocheranno un ruolo cruciale; il mistero della stagione sembra invece essere legato al misterioso "Timeless Child", di cui attualmente non sappiamo nulla. Sarà un personaggio inedito, una vecchia conoscenza o forse lo stesso Dottore?

L'episodio, visivamente sontuoso e dal ritmo frenetico, ha infine permesso di goderci la nuova sigla della serie firmata da Segun Akinola, un raffinato ritorno alle origini sia per quanto riguarda l'arrangiamento musicale che la parte grafica.

Ora che la fase di set-up stagionale si è conclusa e i personaggi sono stati presentati, Doctor Who deve riuscire a mantenere le alte aspettative riposte in questo rilancio, proponendo trame accattivanti e ben strutturate che non si limitino a mettere in mostra il carattere dei protagonisti. Le possibilità di regalare ai fan una delle migliori annate delle avventure del Signore del Tempo ci sono tutte; dobbiamo solo aspettare, incrociare le dita e goderci i restanti otto episodi dello show.

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