Doctor Strange 38, la recensione
Abbiamo recensito per voi l'esordio di Donny Cates e Gabriel Hernandez Walta su Doctor Strange
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Loki Laufeyson, Dio degli Inganni e delle Storie è il nuovo Stregone Supremo, nonché l'attuale inquilino del civico 177/A di Bleecker Street. Affiancato dall’apprendista Zelma Stanton, Loki è deciso ad aiutare il mondo difendendolo dalle minacce di natura magica. Intanto, Stephen Strange ha abbandonato il Sanctum Sanctorum per ritrovare la sua primigenia vocazione e aiutare la gente alla sua maniera.
Al termine della lettura è palese che l’avvicendamento nel ruolo di Stregone Supremo non sia l’unico elemento di interesse della serie: Cates ci fa delle versioni di Loki e Strange diverse da quelle a cui siamo abituati e alle prese con delle svolte decisamente rilevanti. Dopo aver perso tutto, Stephen è tornato alle sue origini, rinunciando a ogni velleità al fine di ritrovare se stesso; il fratellastro di Thor, dal canto suo, pare intenzionato a tenere fede al difficile compito di proteggere della Terra, sconfessando così la nomea di bugiardo doppiogiochista.
Cates dedica i primi due episodi ai due indiscussi protagonisti, delineadando figure accattivanti, caparbie e divertenti ma che sanno conquistare anche per la loro goffaggine. A legare le figure predominanti di Doctor Strange ci pensa l’ex bibliotecaria Zelma, personaggio sempre più rilevante nelle dinamiche della serie, qui al centro di intrighi sentimentali e siparietti umoristici. Quest’ultima componente, favorita dalla presenza di alcune spalle comiche esilaranti, va ad aggiungersi all’accurata costruzione psicologica dei personaggi imbastita da Cates, che già gestisce pregevolmente i toni e gli equilibri del racconto.
Il risultato è un mix elettrizzante, appassionante e vincente ripreso perfettamente dallo stile di Walta, che dà vita alle belle idee di Cates. Il disegnatore spagnolo riesce a unire le soluzioni psichedeliche e stravaganti tipiche della serie a uno storytelling espressivo in grado di alternare con maestria simpatiche gag e situazioni fuori dal comune. Il tratto sintetico ammirato su Visione non perde la sua efficacia nemmeno in questo contesto, risultando adatto alla prosa dello sceneggiatore di Thanos.
Nell’era Legacy, Doctor Strange non tradisce le aspettative mantenendo vivo l’interesse per un personaggio dal fascino indiscusso. Leggendo questo primo numero della nuova gestione si ride di gusto, si resta intrigati dai misteri introdotti e, soprattutto, ci si stupisce di quanto la voglia di scoprire ciò che attende i protagonisti della collana sia magicamente cresciuta.