Doctor Strange 10, la recensione
Abbiamo recensito per voi il decimo numero di Doctor Strange, edito da Panini Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
L’esercito interdimensionale e ultratecnologico noto come Empirikul è stato fermato da tutti i maghi del pianeta. Conclusosi lo scontro, adesso, bisogna fare i conti con le macerie, capire su quali incantesimi poter ancora puntare e tentare di riscrivere intere pagine di magia. Un compito arduo che non spaventa certo l’uomo che ha saputo riprendere in mano il proprio destino e rialzarsi dopo aver perso ogni cosa.
In quello che rappresenta un ottimo punto di partenza per nuovi lettori, Aaron sviluppa il racconto su due diversi piani temporali: il presente narrativo, in cui vengono mostrate le conseguenze del precedente ciclo di storie, e il passato di Stephen, utile per ripercorrere due momenti importantissimi per la genesi del mago; segmenti differenti affidati all’arte di Kevin Nowlan e Leonardo Romero, artisti dotati di stili agli antipodi: il primo, classico, elegante ed estremamente espressivo, ci conduce nel difficile passato di Stephen; Romero, invece, con la sua pregevole sintesi delinea un presente devastato dall'Empirikul. Da sottolineare anche la prova di Jordie Bellaire, le cui colorazioni esaltano la componente mistica del racconto.
Co-protagonista dell’avventura è la giovane Alice Wu, detective della polizia locale dotata di poteri magici ereditati dalla madre. Individuato l’ennesimo elemento magico malevolo, tocca alle due streghe debellare la minaccia unendo le forze. La narrazione di Robinson è piacevole e accattivante, vista anche la natura autoconclusiva dell'episodio. Questo mese tocca ad Annie Wu prestare la sua arte per tratteggiare Scarlet e - curiosamente - La Wu; il suo stile moderno e dinamico, unito ai colori di Muntsa Vicente, dona un'atmosfera cupa ma mai pesante alla storia di Robinson.