Dobbiamo stare vicini, la recensione

Storia condominiale borghese, napoletana e tarata su standard da Un posto al sole, Dobbiamo stare vicini rinuncia anche alla commedia facile

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

La recensione di Dobbiamo stare vicini, il film con Biagio Izzo e Francesco Paolantoni uscito su Prime Video il 10 gennaio

Un posto al sole - Il film. La comparsa a un certo punto di Patrizio Rispo, colonna portante di Un posto al sole, in questo film che in teoria niente avrebbe a che vedere con la serie di Rai Tre, leva ogni dubbio sul fatto che Dobbiamo stare vicini, sia la cosa più vicina che esista a un film di Un posto al sole. Ne ha la medesima scansione delle storie, la stessa tipologia di personaggi che rappresentano tutte le età, la stessa ossessione di dare a ogni tipo di spettatore qualcuno con cui identificarsi senza poi soddisfare davvero nessuno, ha la stessa ambientazione e soprattutto ha in comune lo schermo. Dobbiamo stare vicini non passa al cinema ma va dritto in televisione, su Prime Video.

È una commedia italiana, nominalmente, in realtà nonostante Biagio Izzo e Francesco Paolantoni in prima linea non ha grandi spunti umoristici. Sono storie di piccole rivalità condominiale senza nessun ritmo, buone in teoria per una facile identificazione ma che con una scrittura così piatta sembrano solo la rappresentazione di una finzione. C’è un amministratore di condominio attraente che tutte le donne del palazzo desiderano (Paolo Conticini), ci sono mogli gelose (Alena Seredova, una scelta da cinepanettone) di mariti festaioli e un condomino tuttofare che dovrà imparare a stare al passo con i tempi. Tutto ha un fare più da basso-teatro che da bassa-televisione.

Il vero peccato di Dobbiamo stare vicini però è che a differenza di altre commedie ugualmente sciatte e svogliate, non ha la grazia di avere almeno degli attori che provino a riempire la scena da soli. Non vive cioè dell’inventiva o dell’energia dei singoli interpreti che potrebbero portarla, non si affida a loro e sembra che anche loro non abbiano nessun interesse ad essere il punto di riferimento del film, a caricarselo sulle spalle. Anzi! Quelli più noti per la carriera di commedia (se non proprio da comico) sono i più inclini a sfruttare l’occasione per mettere in evidenza doti drammatiche, che pure possiedono, ma che davvero non era il caso di sfoggiare proprio in questo film.

Sei d'accordo con la nostra recensione di Dobbiamo stare vicini? Scrivicelo nei commenti

Continua a leggere su BadTaste