Divinity: Original Sin 2 – Definitive Edition, l’RPG che mancava su console – Recensione

Ancora più bello, sempre più imperdibile: la recensione di Divinity: Original Sin 2 – Definitive Edition

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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L’acclamata e pluripremiata creatura di LarianStudios non dovrebbe avere bisogno di presentazioni. RPG di stampo classico, nel suo proporsi come un’esperienza ancorata a valori e principi ludici non proprio di moda, ma non per questo anacronistici e superati, un anno fa, all’epoca della sua release su PC, estasiò ogni appassionato del genere. Erede spirituale del vecchissimo Baldur's Gate, nonché sequel di un titolo che a sua volta seppe convincere pienamente i fan, conquistò il cuore di molti, riuscendo persino nell’impresa di intrappolare nella sua tela un notevole numero di neofiti, semplici curiosi, orfani dei tempi trascorsi in compagnia di Dungeons & Dragons.

Questa Definitive Edition non solo segna l’esordio del gioco su console, PlayStation 4 e Xbox One per l’esattezza, ma sancisce l’ulteriore perfezionamento di un prodotto che già nel corso del tempo ha subito modifiche e piccole correzioni grazie al solito lavoro post-lancio fatto di patch e aggiornamenti.

Le novità ci sono, alcune delle quali piuttosto impattanti nell’ecosistema di Divinity: Original Sin 2. Tanto per cominciare, il supporto a 4K e HDR rendono ancor più spettacolare ed estasiante un mondo già artisticamente maestoso, costituito da ambientazioni sì classiche, ma puntualmente ravvivate da particolari esotici, disorientanti, a loro modo innovativi. Nonostante permangano le animazioni fin troppo legnose di avatar e NCP, il mondo immaginifico partorito dagli artisti di LarianStudios splende come mai prima d’ora, rendendo ancor più evidenti i meriti di un art design ispiratissimo.

[caption id="attachment_189314" align="aligncenter" width="1000"]Divinity Original Sin 2 - Definitive Edition screenshot L’unico reale difetto imputabile al gioco è la difficile lettura dei menù, fin troppo affollati di scritte e poco chiari.[/caption]

Non mancano ritocchi alla trama, soprattutto per quanto riguarda la parte centrale, segmento che ha subito notevoli modifiche, quando non intere riscritture, per rendere più coerenti, coinvolgenti ed interessanti i dialoghi e le quest. Questa revisione è andata ulteriormente a perfezionare una storia già di per sé stuzzicante, capace di reinterpretare molti cliché del caso, non lesinando su ironia e tematiche tutt’altro che leggere. Ben ritmato e intervallato da qualche siparietto comico, l’intreccio narrativo scorre ed intrattiene, svelando anche in questo caso tutta la preparazione di un team rispettoso del genere di riferimento, ma non per questo impaurito all’idea di proporre qualcosa di lievemente nuovo.

Al di là dell’esclusione del Dungeon Master su console, modalità che su PC permetteva e permette di imbastire quest personalizzate, opportunamente create tramite un editor, in cui si vestono i panni del master, questa riedizione non offre alcuna modifica sotto il profilo strettamente ludico, “limitandosi” a riproporre un gameplay profondissimo, legato ad un numero esorbitante di incognite che rende ogni scontro emozionante, avvincente, tutt’altro che scontato. Pur non raggiungendo i livelli di sadismo di un Dark Souls qualsiasi, nemmeno in Divinity: Original Sin 2 – Definitive Edition c’è tempo e modo per scherzare, per inventarsi giocatori di ruolo dall’oggi al domani, magari mettendosi in testa di risolvere ogni scontro basandosi sulla semplice forza bruta."Più che in altri RPG, spesso e volentieri la chiave per cavarsela è nascosta nell’ambientazione."

Non è il gioco ideale per iniziarsi al genere, insomma, tanto più che i ritmi sono piuttosto compassati, gli scontri possono andare per le lunghe, soprattutto quando dovrete affrontare un boss, e non avrete vita facile se non passerete molto tempo a navigare tra i menù, nel tentativo di creare il miglior equipaggiamento possibile per il vostro personaggio. Serve pazienza, impegno, un pizzico di scaltrezza.

Più che in altri RPG, spesso e volentieri la chiave per cavarsela è nascosta nell’ambientazione, ricca di elementi con cui interagire, tra casse che si possono spostare, pozze di veleno, piccoli incendi e via dicendo. Sempre in armonia con gli allineamenti elementali, in breve le vostre strategie si plasmeranno attorno e in funzione delle conformità dello scenario, ulteriore elemento che vi permetterà di contrastare la perenne inferiorità numerica in cui verserete.

Anche lo studio, l’analisi e la lenta costruzione dello skill tree del personaggio richiederà tempo, rivelandosi in breve l’ennesima azione che influenzerà pesantemente l’andamento dell’avventura e la tipologia di guerriero a cui darete forma, al di là della classe d’appartenenza.

Come se non bastasse, Divinity: Original Sin 2 – Definitive Edition inspessisce ulteriormente il gameplay con un gran numero di dialoghi in cui dovrete scegliere la risposta che riterrete più consona, con tutta una serie di conseguenze sia sulle quest che potrete affrontare, sia sugli alleati su cui potrete contare, ma anche sui nemici che dovrete affrontare, visto che con la risposta giusta, spesso e volentieri, potrete evitare, o quantomeno rimandare, alcuni alterchi.

È comunque difficile restituire a parole la grandezza di un gioco assolutamente classico, eppure allo stesso tempo sorprendente, stimolante, titanico per la mole di contenuti offerti. Bisogna essere inclini al tipo d’esperienza che veicola, eventualmente già forgiati da altri RPG sulla stessa falsariga, ma si tratta in ogni caso di un viaggio che non dimenticherete mai.

[caption id="attachment_189313" align="aligncenter" width="1000"]Divinity Original Sin 2 - Definitive Edition screenshot Chi ha già acquistato il gioco su PC, riceverà l’aggiornamento alla Definitive Edition in via del tutto gratuita.[/caption]

La creatura di LarianStudios funziona e si adatta perfettamente anche su console, con una versione visivamente all’altezza delle aspettative, solo lievemente mortificata da un sistema di controllo, che ovviamente poggia interamente sul joypad, meno immediato e fluido di quanto non sia su PC, dove mouse e tastiera rendono la navigazione tra i menù più rapida ed intuitiva.

Se non avete già avuto il piacere in passato, insomma, Divinity: Original Sin 2 – Definitive Edition è l’occasione ideale per recuperare uno dei migliori giochi di ruolo degli ultimi anni, tanto più che la riscrittura di alcuni passaggi ha reso la parte centrale dell’avventura ancor più appassionante e divertente.

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