Come Diventare Grandi Nonostante I Genitori, la recensione
Fondato su una prospettiva buonista dei genitori, con ragazzi immagine come protagonisti, Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori è irricevibile
I film non sono né devono sempre necessariamente essere “reali”, anche quando non raccontano storie fantastiche sono opere di fantasia e come tali sono sia migliori che peggiori del mondo che viviamo, e lo sono proprio con l’obiettivo di evocare nello spettatore qualcosa riguardo quel mondo lì. Ma non è pensabile accettare una storia in cui la musica non è plausibile, i sentimenti in ballo sono espressi con una elementare serie di reazioni a catena, i ragazzi sono "ragazzi immagine", puliti, buoni, perfettini, carini, per bene e graziosi, senza un briciolo di autoironia o anche solo di spirito da commedia vera e infine l’atteggiamento di ogni personaggio fa suonare la campana del kitsch ogni tre minuti, pretendendo di essere a turno teneri, profondi, intensi, comici, leggeri o duri con le più convenzionali reazioni e le affermazioni più spiattellate.
Infine la partecipazione di Matthew Modine, nel ruolo del grande produttore americano che si è ritirato a fare il contadino in Italia, che ha chiuso con la musica ma che aderirà a produrre la canzone dei ragazzi perché sì, perché ci si vuole tutti bene e c’è l’amore, è poi la pietra tombale. Non solo nella trama i ragazzi si lamentano in continuazione di non avere un soldo, di non poter affittare una sala prove e poi pagano biglietti di andata e ritorno in treno per solo “tentare” di convincerlo, senza nemmeno esitare o mostrare di aver usato dei soldi che non avevano, ma lo stesso produttore inizialmente ritroso e torvo per la sola richiesta, si converte nel lasso di uno stacco di montaggio, in memoria del figliolo morto. Vietato ai minori di 60 anni.