Dishonored 2: cambia poco, di certo non la qualità - Recensione

Riuscirà Dishonored 2 a migliorare quanto di già ottimo aveva fatto il predecessore? La nostra recensione

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Quando Dishonored arrivò sulle nostre console, nel 2012, fu celebrato come la perfetta fusione fra tecnologie “moderne” (erano i tempi di Playstation 3 e Xbox 360, capiamoci) e quella grande scuola di game design che parte da Looking Glass e arriva fino alla Valve di Half Life 2. Arkane Studios ci ha messo quattro anni per riportarci nel decadente mondo di Dunwall e, in linea con la tradizione di cui sopra, non ci propone un sequel rivoluzionario, ma cerca di approfondire l’esperienza ludica del primo capitolo costruendo un gioco che forse non stupisce ma conferma lo straordinario talento del team francese.

Sono passati quindici anni da quando il protettore reale Corvo Attano ha salvato l’erede al trono Emily Kaldwin sconfiggendo i congiurati che avevano trucidato la legittima imperatrice. La fanciulla nel frattempo è cresciuta e governa il suo dominio con saggezza e virtù, tuttavia, lontano dalla capitale, lungo le afose coste delle isole più meridionali, una nuova minaccia si staglia all’orizzonte e, tanto per cambiare, saranno proprio Emily e Corvo a dover difendere la pace e la stabilità dell’impero. A pochi minuti dall’inizio dovremo fare la scelta principale dell’intera esperienza di Dishonored 2, decidere cioè se giocare come Corvo o Emily. Lo svolgimento della vicenda sarà in ogni caso molto simile ma, ovviamente, i due protagonisti hanno abilità e caratteristiche abbastanza diverse: scegliendo l’ormai ex protettore reale vivremo un’avventura piuttosto simile a quella del primo capitolo, i poteri di Corvo sono pressoché immutati, così come le sue doti di spadaccino, con Emily, invece, ci troveremo davanti a qualche sorpresa seppur non troppo rivoluzionaria.

[caption id="attachment_163978" align="aligncenter" width="600"]Dishonored 2 screenshot Le uccisioni creative continuano a essere un importante elemento del gameplay (e un gran divertimento)[/caption]

Una volta sbarcati nei mari del sud Dishonored 2 rivela subito le stesse qualità del suo predecessore: il design delle varie aree che ci troveremo a esplorare offre una serie di letture a più livelli, ognuno dei quali adattato al tipo di giocatore che vogliamo essere. Ovviamente Arkane Studios ha immaginato il gioco con in mente le tipiche dinamiche degli stealth alla Thief ma, volendo, è possibile pure avanzare armi in pugno, spargendo quanto più sangue possibile. Come nel capitolo precedente, però, il livello di caos aumenterà in maniera esponenziale, rendendo le fasi finali dell’avventura più complesse e modificando il finale della nostra storia. Arkane ha inserito un buon numero di nuovi nemici e alcune situazioni inedite ma, nel complesso, non si può dire che Dishonored 2 offra un’esperienza troppo lontana dal suo luminoso precedessore.

"non si può dire che Dishonored 2 offra un’esperienza troppo lontana dal suo luminoso precedessore"

Sul fronte tecnico segnaliamo l’abbandono dell’Unreal Engine che viene sostituito da un nuovo motore grafico sviluppato in house (ma basato sul Rage di id Software). Rispetto alla grigia Dunwall, con i suoi muri spioventi, i vicoli e le altissime torri, le isole del sud somigliano più a un paesaggio colorato con un pastello tenue, quasi a sottolinearne la lontananza anche idelogica dagli intrighi della capitale. Al tempo stesso dietro ai colori e al cielo azzuro, però, la nuova ambientazione nasconde luoghi mostruosi, dove magia e tecnica si fondono nella maniere più bizzarre e dove i sogni tropicali si trasformano velocemente in incubi.

[caption id="attachment_163979" align="aligncenter" width="600"]Dishonored 2 screenshot Per i meno raffinati l'approccio diretto è sempre possibile[/caption]

Dishonored 2 è un’esperienza intensa le cui radici affondano nei giochi stealth dei primi anni 2000 e, per questo motivo, sconta una certa legnosità in alcuni passaggi nonché la mancanza di alcune caratteristiche tipiche dei giochi più moderni. Nonostante tutto però, l’ultima fatica di Arkane Studios non sembra mai fuori dal suo tempo. Molto semplicemente la nuova avventura di Corvo Attano si rivolge a chi cerca titoli ancora in parte “grezzi”, nei quali il giocatore ha la preminenza rispetto alle necessità visive o di sceneggiatura. Facendo un paragone azzardato, Dishonored 2 è una fuoriserie col cambio manuale in un mondo di automobili con le marce automatiche, a tratti è più scomoda, ma vuoi mettere il diverimento in curva?

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