DiRT Rally 2.0 non è un gioco per gli amanti dell’arcade – Recensione
Codemasters rafforza il suo predominio sui racing game: la recensione di DiRT Rally 2.0
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
La creatura mostruosa di Codemasters è spietata al punto che non si perde in inutili preamboli o tutorial. Sin dal primo avvio del software vi costringe sadicamente ai comandi di un’auto che, pur nella sua contenuta potenza che può sprigionare, è un autentico purosangue che dovrete domare tra dossi, curve a gomito e rettilinei mai realmente privi di ostacoli.
[caption id="attachment_193974" align="aligncenter" width="1000"] Durante la carriera, potrete spendere il denaro accumulato non solo per acquistare nuovi bolidi, ma anche per potenziare il team che si prenderà cura del vostro parco auto[/caption]
Serve pazienza e una gran voglia di migliorarsi a poco a poco, consapevoli che una conoscenza quasi mnemonica dei tracciati e delle tappe è requisito praticamente imprescindibile per aspirare a risultati degni di essere sfoggiati nelle classifiche online.
La sostanza c’è e si palesa nella forma di un parco auto che contempla una cinquantina di mezzi, molti dei quali hanno fatto la storia del rally, e di una manciata di modalità che assicurano una buona longevità alla produzione Codemasters."Tanto nella carriera, quanto negli eventi singoli, dovrete vedervela con un motore fisico estremamente puntiglioso"
La novità, in questo senso, è rappresentata dal Rallycross, con tanto di licenza ufficiale del campionato FIA, competizioni in cui non si gareggia contro il cronometro, ma che intasano la pista dell’ingombrante presenza di altre auto che andranno ovviamente superate ed eventualmente prese a sportellate. Si tratta di una feature che certamente indispettirà i puristi, ma che ci sentiamo di promuovere. Il maggior dinamismo garantito da queste gare, difatti, è un ottimo diversivo, utile per distrarsi, di tanto in tanto, da quello che resta comunque il cuore pulsante della produzione: il rally nella sua forma più classica.
Pur senza licenza ufficiale, auto e una manciata di tracciati realmente esistenti sono riprodotti con estrema fedeltà, fattore che coopera nel creare quel feeling di estremo realismo incentivato dal gameplay.
Tanto nella carriera, quanto negli eventi singoli, nelle prove a tempo e nei campionati personalizzati, fruibili anche online con amici e non, dovrete vedervela con un motore fisico estremamente puntiglioso.
Non mancano alcuni aiuti alla guida, fondamentali soprattutto per i principianti. Cambio automatico e controllo di stabilità vengono in soccorso di chi giocherà con un normalissimo pad. Naturalmente, con l’esperienza, solo disattivando progressivamente ogni assistenza potrete carpire appieno l’essenza di DiRT Rally 2.0, un’immanenza fatta di continui tentativi a caccia della performance perfetta, di tappe mandate all’aria per un errore all’ultima curva, di vittorie annunciate che sfumano per riparazioni impossibili da effettuare nella pausa accordate tra una gara e l’altra.
Il sistema di guida non concede nulla all’arcade. La possibilità di selezionare diversi tipi di gomme da montare sull’auto, novità di questo capitolo, ha ulteriormente inspessito il gameplay, complicando la situazione, soprattutto in quelle tappe che alternano sterrato a tratti di asfalto.
Ogni tracciato è un’autentica lotta furiosa, un estenuante battaglia di nervi da cui è possibile uscirne vincitori solo affinando i riflessi ed imparando a comprendere e domare il comportamento del mezzo in qualsiasi situazione.
Non si tratta di un’esperienza esente da difetti. I tracciati, a ben vedere, non sono tantissimi e mancano quelli immersi nella neve, elemento naturale imprescindibile in questo genere di titoli. È pur vero che sono già stati annunciati DLC che ovvieranno a questa problematica, ma allo stato attuale si tratta di una mancanza relativamente grave.
[caption id="attachment_193975" align="aligncenter" width="1000"] Attualmente non è previsto il supporto alla realtà virtuale. La speranza è che un aggiornamento ci offra anche questa possibilità, esattamente come accaduto per il predecessore[/caption]
Non solo. Giocando con un qualsiasi volante, abbiamo riscontrato un netto passo indietro rispetto al prequel per quanto concerne il force feedback. Laddove un tempo i piloti esperti potevano “sentire” la propria auto anche grazie agli “strattoni” del volante, in DiRT Rally 2.0 la periferica si limiterà a opporre resistenza solo in caso di incidenti o incontrando alcuni ostacoli lungo il tragitto. Anche in questo caso, tuttavia, un futuro aggiornamento potrebbe risolvere la cosa.
Codemasters bissa il successo del predecessore, regalandoci un racing game per pochi, ma impreziosito da un gameplay realistico e curato in ogni dettaglio. Contenutisticamente non è strabordante, certo, ma ci vorrà comunque molto tempo prima di avere “manico” a sufficienza per domare come si deve tutte le tappe messe a disposizione. Graficamente, inoltre, c’è ben poco di cui lamentarsi. Nonostante le ambientazioni non siano tutte dettagliatissime, l’effettistica è di prim’ordine, così come convincono i modelli poligonali delle auto.
Difficile, severo, intollerante. DiRT Rally 2.0 punirà il videogiocatore poco incline al sacrificio. Chi saprà accettarne i compromessi, gara persa dopo gara persa, scoprirà un titolo quasi unico nel suo genere, semplicemente imperdibile per gli amanti di questa disciplina.