Dirk Gently vol. 2: Un cucchiaio troppo corto, la recensione

L'investigatore olistico Dirk Gently torna in Un cucchiaio troppo corto, pronto per una missione che lo porterà in Africa

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

Dopo l'esordio fumettistico avvenuto con L'interconnessione della realtà, Dirk Gently torna con il suo secondo volume saldaPress per proseguire le indagini basandosi sulla fondamentale interconnessione di tutte le cose, metodo di investigazione olistica secondo cui nessun indizio è irrilevante e ogni dettaglio è collegato.

In Un cucchiaio troppo corto, il bizzarro detective è chiamato a scoprire cosa sia successo a una famiglia che non è più in grado di esprimersi in alcun modo (a voce, tramite la scrittura o la gestualità). La causa sembra in qualche modo legata al viaggio in Africa effettuato poche settimane prima; nel continente nero, infatti, anche all'intera tribù K'wasa è stata sottratta la capacità di comunicare.

Arvind Ethan David riesce a imbastire una trama sufficientemente strampalata, ma che appare compatta e sensata per gli standard del personaggio, superando la qualità del volume precedente e confermando quanto la serie a fumetti sia il perfetto proseguimento dei romanzi, con buona pace del serial TV prodotto da Netflix.

Il ritorno di Ilias Kyriazis come disegnatore regolare (aveva realizzato solo metà del primo arco narrativo) è una boccata d'aria fresca, visto che il suo Dirk Gently è il più espressivo tra le due versioni proposte; l'artista ha ormai preso familiarità con il personaggio e su queste pagine si lascia andare a piacevoli eccessi, a partire dal vaporoso ciuffo del protagonista.

La sceneggiatura gioca con il lettore svelando a più riprese il significato del titolo del volume e mostrando per la prima volta l'infanzia del detective, in qualche modo collegata - com'è ovvio che sia, olisticamente parlando - alla trama principale.

Ci sono poi diversi riferimenti alla cultura popolare, citazioni da Rain Man e Il Re Leone; viene tirato in ballo in più occasioni Douglas Adams con rimandi a Guida galattica per autostoppisti e a Doctor Who. Un episodio è inoltre intitolato Un salmone di dubbio gusto, in riferimento all'ultimo romanzo dell'autore, purtroppo rimasto incompleto.

Il più grande segnale d'affetto nei confronti del creatore di Dirk Gently è però l'inserimento del bracconaggio di rinoceronti come elemento fondamentale all'interno della vicenda. Nel libro L'ultima occasione, Adams aveva infatti raccontato la sua esperienza al Parco nazionale di Garamba, in Congo, trattando il problema dell'estinzione dei rinoceronti, che aveva così a cuore da spingerlo a fondare l'associazione Save the Rhino International. Una percentuale dei proventi del fumetto sarà destinata proprio a quest'ente benefico. Non può che strapparci un sorriso vedere come, anche dopo la sua morte, lo scrittore britannico riesca a portare avanti la sua nobile missione attraverso i suoi personaggi.

Continua a leggere su BadTaste