Il Diritto di Contare, la recensione
La storia che diventa mitologia, Il Diritto di Contare non racconta i fatti non per come si sono davvero svolti, ma i sentimenti legati a quell'impresa
Insomma quello del dramma di rivendicazione storica è l’unico genere a cui, per costituzione, è consentito di affermare come se ci credesse davvero che la storia si è svolta come la mitologia, che ne ha avuto gli stessi caratteri di manicheismo e la medesima retorica.
Non sorprende quindi che la storia di queste donne, inizialmente tenute ai margini (per sesso e colore della pelle) in un ambiente di soli uomini bianchi e poi con fatica riconosciute per l’importanza e le doti che potevano dimostrare, sia raccontata con il massimo dell’epica avventurosa, non lesinando nemmeno un dettaglio della retorica filmica. Le protagoniste sono ritenute poco più di casalinghe, non capaci di calcoli complessi, gli uomini intorno a loro si stupiscono di qualsiasi cosa, i dettagli di vessazione peggiori (andare al bagno in un altro stabile) vengono rivelati al momento giusto e portano alla più simbolica delle conseguenze (l’abbattimento del cartello “White only” con una mazza), nulla si svolge come nella vita reale e tutto è esagerato perché Il Diritto di Contare non racconta davvero come Dorothy Vaughan, Mary Jackson e Katherine G. Jackson abbiano fatto carriera in un mondo di uomini bianchi, ma che cosa sentimentalmente questo abbia significato. Non è la storia dei fatti, è la storia delle emozioni che ad essi erano legate, per questo si può permettere di travisare il travisabile per strappare una lacrima in più.
Dall’altro lato esiste anche quel margine giusto per ogni attore per calzare il proprio ruolo con la teatralità necessaria. Da Kevin Costner e la sua integrità tutta d’un pezzo, all’odiosità di Jim Parsons fino al gelido approccio di Kirsten Dunst, come nelle favole sono i cattivi a fare la partita, tutti interpretati con gusto e capacità di dare una ventata personale ad un ruolo molto noto, finalizzato unicamente all’esaltazione delle protagoniste.