Dipartimento di teorie folgoranti, la recensione

Queste strisce di Tom Gauld sono destinate a essere condivise sulle scrivanie di numerosi laboratori e aule universitarie

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Un paio di anni fa Mondadori ha pubblicato nella collana Oscar Ink il volume In cucina con Kafka, raccolta di strisce a tema letterario realizzate da Tom Gauld, fumettista scozzese  ospitato regolarmente sulle pagine del Guardian e del New York Times. Questo Dipartimento di teorie folgoranti ricalca la medesima struttura e veste editoriale, proponendo 150 strisce e vignette dedicate al mondo scientifico, pubblicate originariamente su un importante settimanale di divulgazione.

"Sono tavole destinate a essere condivise sulle scrivanie di numerosi laboratori e aule universitarie."Se l'uscita precedente era rivolta a tutti gli appassionati di lettura, ai proprietari di librerie o ai bibliotecari, i fumetti presentati in questo volume sembrano destinati principalmente a scienziati, ricercatori o studenti di materie scientifiche, pronti a ridere assieme ai propri colleghi di tante gag del proprio settore di competenza. Sono tavole destinate a essere condivise sulle scrivanie di numerosi laboratori e aule universitarie, ma quasi sempre comprensibili a chi non è avvezzo all'ambito scientifico; anzi, chi è esterno a questo mondo potrà scoprire le psicosi, le paranoie e le difficoltà che affrontano gli studiosi in camice bianco, alle prese con esperimenti, teoremi e pubblicazioni accademiche.

Lo stile grafico di Gauld è essenziale, i suoi umani sono poco più elaborati del classico omino stecco, così come gli sfondi quasi sempre contengono il numero minimo indispensabile per definire il luogo in cui è ambientata la scena. Questo eccentrico minimalismo aumenta l'effetto straniante dei fumetti, considerando quanto invece i temi trattati siano elevati e colti; non ci deve però essere il timore di non comprendere le battute, visto che gli elementi scientifici su cui l'autore ironizza sono ormai di pubblico dominio, si tratti del gatto di Shrödinger o di paradossi spaziotemporali. Assistiamo così ai sette stadi di elaborazione del lutto della sonda spaziale, oppure ai biglietti d'auguri pensati appositamente per gli scienziati, tra le altre fantasiose creazioni di questo volume.

C'è una vignetta che descrive al meglio questo volume: da una parte un prestigioso studioso in camice bianco, con la didascalia "Scienza", dall'altra un umano in grado di volare sulla superficie di un pianeta alieno, accompagnato da un robot senziente nell'Area "Fantascienza"; il secondo invita il primo nella sua metà di vignetta, consapevole che in fondo in fondo si tratti del suo desiderio recondito, addentrarsi nei meandri più misteriosi del suo campo di competenza. È questo che mette in scena Gauld: esperimenti falliti, improbabili teoremi e altri aspetti dell'universo scientifico portati all'estremo, per ironizzare in modo intelligente su una disciplina, riuscendo anche a farcela apparire più "umana".

L'unica perplessità sul volume è proprio la sua natura monotematica: se con la raccolta letteraria avevamo respirato una maggiore varietà, qui spesso i meccanismi comici e le situazioni si ripetono. Senza dubbio fruire di questi fumetti nella loro pubblicazione originaria permetteva di goderseli di più, mentre qui è come se ci trovassimo di fronte a un volume con tutte le strisce in cui Lucy toglie il pallone da football a Charlie Brown e -per quanto efficaci- alla lunga rischiano di annoiare il lettore.

Dipartimento di teorie folgoranti, anteprima 01

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