Dipartimento di teorie folgoranti, la recensione
Queste strisce di Tom Gauld sono destinate a essere condivise sulle scrivanie di numerosi laboratori e aule universitarie
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
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Lo stile grafico di Gauld è essenziale, i suoi umani sono poco più elaborati del classico omino stecco, così come gli sfondi quasi sempre contengono il numero minimo indispensabile per definire il luogo in cui è ambientata la scena. Questo eccentrico minimalismo aumenta l'effetto straniante dei fumetti, considerando quanto invece i temi trattati siano elevati e colti; non ci deve però essere il timore di non comprendere le battute, visto che gli elementi scientifici su cui l'autore ironizza sono ormai di pubblico dominio, si tratti del gatto di Shrödinger o di paradossi spaziotemporali. Assistiamo così ai sette stadi di elaborazione del lutto della sonda spaziale, oppure ai biglietti d'auguri pensati appositamente per gli scienziati, tra le altre fantasiose creazioni di questo volume.
L'unica perplessità sul volume è proprio la sua natura monotematica: se con la raccolta letteraria avevamo respirato una maggiore varietà, qui spesso i meccanismi comici e le situazioni si ripetono. Senza dubbio fruire di questi fumetti nella loro pubblicazione originaria permetteva di goderseli di più, mentre qui è come se ci trovassimo di fronte a un volume con tutte le strisce in cui Lucy toglie il pallone da football a Charlie Brown e -per quanto efficaci- alla lunga rischiano di annoiare il lettore.